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Carmen Consoli: “Ho avuto un figlio con un donatore anonimo come Gianna Nannini”

Dopo aver saputo della maternità di Gianna Nannini, Carmen Consoli ha deciso di fare lo stesso percorso. È ricorsa alla fecondazione assistita. Nonostante il donatore sia anonimo, è disponibile ad essere contattato. Dunque, se un giorno il piccolo Carlo volesse conoscerlo, per lei non ci sarebbe alcun problema.
A cura di Daniela Seclì
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Carmen Consoli ha rilasciato un'intervista a Grazia, nella quale ha parlato del suo ruolo di madre. Due anni fa, infatti, l'artista si è recata all'estero dove si è sottoposta alla fecondazione assistita con donatore anonimo. Così, la sua vita è stata impreziosita dalla nascita di Carlo. A suggerirle di ricorrere a quel metodo è stato il padre:

"È stato proprio il mio papà a suggerirmi l’idea di avere un figlio da sola. Da tempo mi diceva ridendo: “Voglio un piccolo Consoli, ma non mi mettere estranei in casa, non ti maritare”. Lui era così: anticonformista, libero, convinto della enorme superiorità delle donne. Lo desideravo tanto, credo di essere nata mamma. Ma stavo diventando grande e avevo voluto una vita che non mi aveva permesso di costruire un rapporto solido con un uomo che potesse diventare il padre dei miei figli. Poi ho visto Gianna Nannini diventare madre a più di 50 anni, sola. E ho pensato: “Allora si può fare”. Così ho deciso di andare all’estero per una fecondazione assistita. È stata un’esperienza molto forte, molto bella".

Carmen Consoli: "Se mio figlio vorrà conoscere suo padre potrà farlo"

L'artista ha spiegato di aver valutato a lungo i pro e i contro della sua scelta e di aver optato per un donatore disponibile ad essere contattato per poter dare la possibilità a suo figlio di conoscerlo, nel caso volesse farlo:

"Ci ho pensato a lungo. Ho avuto un papà fantastico, togliere questa figura a mio figlio non è stato facile. Ma poi ho capito che la cosa importante sarebbe stata garantirgli un nucleo di amore. E questo c’è: il mio bambino cresce circondato da una grande famiglia. E poi, per la fecondazione assistita, ho scelto un donatore disponibile a essere contattato, se e quando Carlo vorrà conoscerlo. Non voglio che mio figlio cresca cercando suo padre negli occhi di tutti gli uomini: se vorrà incontrarlo, lo farà".

Ovviamente, anche a lei è capitato di fantasticare sull'aspetto di quest'uomo:

"Anche se mi sono fatta un’idea di lui. Me lo immagino come una specie di vichingo: grande e grosso, perché Carlo è così. Secondo me il donatore è un uomo buono e intelligente, io certe cose le sento. L'amore? Sono convinta che troverò l’amore della mia vita a 55 anni e mi sposerò. Adesso faccio la mamma".

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