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Corona scrive alla Toffanin: “Alla disperazione rispondo col dito medio”

Una lettera dal carcere inviata a “Verissimo”, che gli dedicherà la puntata di sabato prossimo, nella quale l’ex paparazzo racconta la sua redenzione e la cura dalla malattia: “Ringrazio chi mi ha condannato. Ho capito chi sono e cosa voglio”
A cura di A. P.
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Fabrizio Corona sarà ospite non presente a Verissimo, il prossimo sabato, con Silvia Toffanin che gli dedicherà buona parte della puntata, a quasi un anno dalla sua seconda incarcerazione che, come ricordiamo, prevede una durata di poco più di sette anni. Per l'occasione è stato proprio l'ex paparazzo ad inviare una lettera completa in cui illustra il percorso di redenzione a cui ha deciso di iniziarsi, dimostra un animo piuttosto sereno ed indulgente anche nei confronti di chi lo ha condannato e chi lo ha criticato negli ultimi mesi. Al centro della sua lettera anche quella malattia, la depressione monopolare, di cui si è scoperto affetto da qualche mese e che sta curando con psicofarmaci:

Io non provo più rabbia né rancore per chi mi ha condannato e inflitto questa pena così eccessiva e così assurda, ma anzi lo ringrazio perché mi ha dato la possibilità di capire tante cose, mi ha aiutato a riconoscere i tanti sbagli, ad ammettere gli errori, a guardarmi dentro, nel profondo della mia anima e capire finalmente, a quasi quarant'anni, chi sono e cosa voglio veramente

Corona sottolinea anche le condizioni disumane di trattamento riservate ai detenuti ("la realtà dell'inferno in terra, dove colpevoli ed innocenti sono costretti a vivere in condizioni vergognose e disumane nell'indifferenza istituzionale"), ma evitare atteggiamenti rancorosi è l'obiettivo principale previsto dal percorso che ha deciso di iniziare, un percorso che prevede anche una cura intensa per il male che lo affligge: "Continuo a combattere come ho fatto dal primo giorno che sono entrato in questo nuovo mondo, con questa nuova vita, per dimostrare che nei momenti di difficoltà si deve niente affatto ripiegare le ali, abbassare il tiro, ma anzi, tentare di rilanciarsi lavorando sui propri margini di miglioramento".

Alla disperazione e agli avvilimenti Fabrizio Corona si propone di rispondere con "il dito medio alzato", per sottolineare una scelta di orgoglio che difficilmente lo abbandonerà. Infine anche una dedica a Silvia Toffanin, la conduttrice del programma che si occuperà di lui, alla quale consegna la "cura" di sua madre: "Guardandovi seduto dal mio sgabello di legno mezzo rotto, attraverso un minuscolo televisore degli anni Settanta, voglio vedere mia madre sorridere: ha già pianto e sofferto troppo. Un bacio ed un ringraziamento speciale a te, Silvia. Con affetto. Fabrizio Corona".

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