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Essere Marilyn Monroe: magica e irraggiungibile, praticamente eterna

Il sogno di tutte le attrici è quello di ripercorrere la scia magica lasciata da Marilyn, ma è praticamente impossibile. L’ultima è Michelle Williams che, con umiltà, sarà la Diva nel film A Week with Marilyn. Ripercorriamo insieme la vita dell’icona senza tempo e i tentativi delle nuove dive di scimmiottarla.
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Tutte vorrebbero essere come Marilyn Monroe. Tutte. Nessuna esclusa. Adesso è Michelle Williams, la Jen del teen drama Dawson's Creek, a posare per l'ultimo numero americano di Vogue, citando nel trucco, nell'atteggiamento e nell'abbigliamento, l'icona assoluta della femminilità hollywoodiana. Non solo per un servizio fotografico, perchè è lei l'attrice scelta per interpretare la Diva americana in A Week With Marilyn, film che debutterà il 18 novembre 2011 nelle sale americane e britanniche.

Ma perchè tutte vogliono seguire le orme di Marilyn? Perchè sono così tante le attrici che, almeno una volta, si misurano nel cercare di assomigliarle, avendo molto spesso come risultato uno sciommiottamento imbarazzante? Perchè, possiamo dirlo senza ombra dubbio, con una chiarezza pari ad un lago senza fango, i paragoni sono veramente impossibili da fare. E come se, nel calcio, si provasse a paragonare Ezequiel Lavezzi, talentuoso trottolino del Napoli dei giorni nostri e Diego Armando Maradona, indiscutibile funambolo del Napoli che fu.

Io, Marilyn

Norma Jeane Baker, nata a Los Angeles il 1° giugno del 1926, deve il suo nome d'arte alla ballerina Marilyn Miller e al cognome da nubile della nonna materna, Monroe. Corre l'anno 1945 e Marilyn, appena diciannovenne, è già tra le promesse più richieste del mondo di Hollywood. Girava di rivista in rivista, guadagnando sempre più spazio tra le copertine. Non era ancora il tempo del mito ma un certo Howard Hughes, il più grande produttore cinematografico di tutti i tempi, interpretato anche da Leonardo Di Caprio nel film The Aviator firmato da Martin Scorsese, rimase profondamente colpito da una fotografia che ritraeva Marilyn ad una "fermata d'autobus", questo il titolo della fotografia che poi sarà ripreso per un film con la Monroe protagonista. Nel 1946 avrebbe girato il corto hot battuto all'asta questo 7 agosto.

Passa dalle produzioni di Howard Hughes alla United Artists di Charlie Chaplin, fino a quando non raggiunse la fama mondiale nel 1953. Stanca dei ruoli da oca giuliva che le affidavano in continuazione e mentre nel frattempo cresceva copiosa la lista degli ammiratori illustri che perdevano la testa per lei (si racconta che Johnny Hyde, dirigente americano scopritore di talenti, sia morto d'infarto perché Marilyn rifiutò una sua proposta di matrimonio), la Monroe cominciò a ritagliarsi uno spazio attoriale sostanzialmente diverso e lontano dalla "bambolina bionda" buona solo per l'immagine e offre prove immense in "Fermata d'autobus", "A qualcuno piace caldo", "Il principe e la ballerina" e, soprattutto, "Quando la moglie va in vacanza" che contribuì con la scena finale del suo vestito bianco che sventola grazie ad un condotto d'aerazione, a regalarle un'immagine da diva assoluta.

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Il mito Marilyn è iniziato, sicuramente, con il suo turbolento finale di carriera, con i suoi numerosi matrimoni, con le sue relazioni, più o meno, segrete (come quella presunta con il Presidente americano John Fitzgerald Kennedy), nel giorno della sua morte, il 5 agosto 1962, avvenuta ufficialmente per avvelenamento acuto da barbiturici. Ma le tante versioni contrastanti di molti testimoni, la sparizione di alcuni fascicoli e di alcune richieste rimaste inevase di esami tossicologici da parte di Thomas Noghuci, il numero uno delle autopsie degli anni '60, che rilevò un'alta presenza di sostanze farmacologiche nel sangue dell'attrice senza però aver mai trovato nel suo stomaco le 47 pasticche che avrebbe ingerito, secondo la versione ufficiale, hanno sempre posto più di un'ombra nella reale causa della morte di Marilyn. Da quel giorno Marilyn è diventata il Mito che tutti noi oggi conosciamo.

Essere come Marilyn

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E la lista è davvero molto lunga di attrici che in passato hanno cercato di seguire la scia di Marilyn, un pò per gioco, un pò per esibizionismo, un pò per citare l'icona senza tempo della diva d'America. Dell'ultima in ordine di tempo, abbiamo già parlato: Michelle Williams. Commentando il suo ultimo lavoro dove impersona proprio la Monroe, l'attrice ha dichiarato: "Indossare i panni di Marilyn mi hanno fatta rinascere, sentivo brulicare qualcosa dentro di me. Per un attimo ho giocato a fare Marilyn ed è stata una sensazione meravigliosa". Michelle Williams, lontana parente di quell'attrice che impersonò Jen in Dawson's Creek, adesso è pronta per il suo primo vero ruolo di rilievo nel mondo del cinema e la critica sarà severissima: o prende il volo o affonda, perchè il ruolo di Marilyn è davvero duro da sostenere. Ma, resta inteso, che la Williams ha trovato in questo lavoro un punto di (ri)partenza dopo lo shock per la morte del suo compagno, Heath Ledger: "Sto imparando a continuare a vivere, Heath mi ha lasciato Matilda, nostra figlia. Sono una madre diversa, ora. Un genitore diverso. Ma quello che faccio, lo faccio anche per lui che non c'è più". Per la Williams dunque si tratta quasi di una Marilyn-terapia.

Chi invece usa Marilyn per gonfiarsi l'ego a dismisura è sicuramente la "nulladibuono-facente" ricca ereditiera Paris Hilton che, nel non tanto lontano 2006, dichiarò ai giornali: "Ogni decade ha la sua icona bionda: prima c'era Marilyn, poi la principessa Diana, ora tocca a me!". Sciacquarsi la bocca prima di parlare di Marilyn, grazie. Anche Madonna, nel 1985, ai tempi di Material Girl si misurò con sfrontatezza nell'assomigliare all'icona americana. Il risultato non fu assolutamente da buttare via, anzi, una delle poche a cercare una somiglianza con rispetto che si avvicinasse, più che ad un clone, ad una vera e propria citazione "pop" d'autore.

la bellissima attrice nei panni di Marilyn per una campagna pubblicitaria di moda

Nel partito delle devote a Marilyn Monroe c'è invece la bella Megan Fox. L'attrice di Transformers, originaria del Tennesee, possiede un tatuaggio della bionda vicino al polso della mano destra. "Ammiro molto Marilyn Monroe" – confessò l'attrice – "ma non ho mai cercato di assomigliarle. Feci questo tatuaggio per imprimermi un avvertimento: non farti trattare male dall'industria del cinema". Della serie: una critica costruttiva. Nel club delle spendaccione c'è invece quell'ugola d'oro di Mariah Carey, che dopo aver dato a sua figlia il nome della Diva, ha sborsato ben 600.000 dollari per accaparrarsi un piano ed un sofà appartenuto a Marilyn. Come dice quella pubblicità? Ah si, beato chi se lo fa, il sofà!

In linea di massima, il Mito Marilyn continuerà Ad Vitam fino a quando la terra avrà esseri pensanti in grado di ricordare e tramandare la sua icona. Provare ad imitarla è matematicamente impossibile, provare a seguire il suo esempio è fatalmente mortale. Piuttosto, verrà concesso per l'eternità, lasciarsi inebriare dalla magia delle sue pellicole, dalla profondità delle sue foto, perchè di Marilyn ce n'è soltanto una.

Guardate la nostra gallery con tutte le attrici che hanno cercato di ispirarsi a Marilyn Monroe.

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