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Francesca Vecchioni, mamma gay e separata: “Lo Stato non tutela le mie figlie”

Francesca Vecchioni, figlia del cantautore Roberto, e Alessandra Brogno si sono lasciate. Furono le prime ad iscriversi nel registro delle unioni civili di Milano. Ora la Vecchioni chiede gli stessi diritti delle coppie etero e maggiore tutela per le sue bambine, nate grazie alla fecondazione eterologa. Lo Stato non riconosce alcun obbligo o diritto ad Alessandra.
A cura di Daniela Seclì
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Nelle scorse settimane si è appreso della fine della relazione tra la figlia di Roberto Vecchioni, Francesca e la sua compagna Alessandra Brogno. Francesca è stata la prima ad essere iscritta nel registro delle unioni civili di Milano, istituito dal sindaco Giuliano Pisapia. Il 3 maggio 2012, la famigliola si era allargata con l'arrivo di due gemelline, Nina e Cloe, nate grazie alla fecondazione eterologa a cui la Vecchioni si è sottoposta in Olanda. Francesca e Alessandra, però, si sono separate. In un'intervista rilasciata a Repubblica.it, la figlia del cantautore ha voluto raccontare come lo Stato non riconosca i diritti e i doveri della sua ex compagna con cui, comunque, mantiene un ottimo rapporto:

"La nostra fortuna, grande, è di sentirci ancora una famiglia, di sentirci genitori con la consapevolezza dell'impegno del progetto che abbiamo voluto e costruito."

"Per lo Stato io sono una madre single"

Le bambine sono figlie biologiche di Francesca e per la legge non hanno alcun legame con Alessandra. La Vecchioni ha spiegato che i bambini, in questi casi, non vengono tutelati:

" (Il genitore non biologico non ha) Né diritti né doveri. Per il nostro Stato io sono una madre single, la nostra è una famiglia monogenitoriale e Alessandra è un'estranea per le bambine e non, come è, ‘mamma Alessandra'. Nel caso di coppie in cui c'è un solo genitore biologico i più deboli, i bambini, non hanno tutele dalla legge. E il genitore non biologico – padre o madre – ha diritti e doveri soltanto se nella coppia c'è accordo. Questo però vuol dire che c'è una sorta di obbligo – e non è il nostro caso, visto che stiamo decidendo tutto assieme – a continuare ad andare d'accordo anche quando ci si lascia, perché neanche un giudice può intervenire, non avendo una legge cui fare riferimento".

"Non c'è diritto o obbligo per l'altro genitore"

Francesca Vecchioni, quindi, ha spiegato che lei è l'unica a venire riconosciuta come genitore delle gemelline. Alessandra, dunque, ha bisogno della sua delega per qualunque cosa, sia che si tratti dell'asilo che delle cure di cui le bambine necessitano. Le cose si fanno ancora più tortuose, quando si tratta di questioni più complesse:

"Ma non esiste nessuna forma di delega per tutte le questioni più grandi: dal mantenimento dei figli agli studi all'eredità, non c'è alcuna tutela, alcun diritto e alcun obbligo. Vuol dire, anche, non poter contare per legge sull'altra persona, in caso di bisogno."

Infine ha spiegato che tutto ciò che chiede è di avere gli stessi diritti che regolano le coppie etero:

"Come non ci si innamora diversamente dalle coppie etero, non ci si lascia neanche in maniera diversa. […] Non dobbiamo avere più diritti degli altri, ma dobbiamo allargare quelli esistenti, e questo non vuol dire toglierne a nessun altro. Ma, soprattutto: le polemiche, i dibattiti, non tengono conto del fatto che le coppie omosessuali, con lo stesso carico di problemi e dolori, si separano già, e ben prima di noi. Non aspettano che lo Stato si adegui al paese reale. […] Tutto ciò avviene nella totale assenza di norme, diritti e doveri per segnare sia il momento felice che quello infelice."

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