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Gianna Nannini: “Ho insistito per avere Penelope, è arrivata quando non ci speravo più”

A quasi sei anni dalla nascita della piccola Penelope, Gianna Nannini confessa di aver lottato duramente pur di avere la sua bambina: “Ci ho provato e riprovato, avevo perso ogni speranza”.
A cura di Stefania Rocco
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Dalla nascita di Penelope sono trascorsi quasi 6 anni. Figlia di Gianna Nannini, la piccola è nata in circostanze che la madre non ha mai voluto chiarire appieno, ritenendolo un fatto troppo privato per poterlo condividere con il pubblico. Anche oggi Gianna non parla volentieri della sua bambina, ma quando lo fa la commozione è evidente. Accade perché – e lo racconta lei stessa – per averla la cantante ha lottato a lungo. A Vanity Fair che l’ha intervistata a pochi giorni dall’inizio dell’Hitstory Tour 2016 – il tour che ha preso il nome dal suo ultimo album – ha raccontato la battaglia sostenuta per diventare madre. La piccola, sua unica figlia, sarebbe arrivata quando aveva ormai perso ogni speranza:

Se ami la vita, devi trasmetterla. Mettendola al mondo è come se avessi seminato un giardino: ci ho provato e riprovato, e quando avevo perso ogni speranza, lei è arrivata. Ho pianto due giorni, prima di dire "Finalmente ci siamo". Ero invasa di emozione. E di commozione.

Gianna Nannini: “Sì all’utero in affitto”

I dettagli della nascita di Penelope non sono mai stati completamente divulgati, eppure è stata la stessa Gianna a fornire al pubblico qualche indicazione che potesse spiegare in che modo la cantante sia riuscita a rimanere incinta a più di 50 anni e senza un compagno. Recentemente, proprio in tema di unioni civili e stepchild adoption, la Nannini si era detta favorevole all’utero in affitto, una pratica che in Italia è ancora ampiamente dibattuta. Lo aveva fatto all’indomani della nascita del figlio di Nichi Vendola, altro evento che ha generato un gran numero di critiche:

Quello di Vendola è un atto d’amore che condivido. La pratica del cosiddetto “utero in affitto”, lecita in America o Canada per esempio, è come se fosse una donazione: “Non puoi avere figli, allora lo faccio io per te, te lo offro”. E questo va bene, è accettato, è amorevole. C’è una pratica che è invece pessima ed è quella dello sfruttamento dell’utero: ci sono coppie che, per poter avere un figlio, vanno in Paesi poverissimi dove donne senza nulla accettano di “dare in affitto” il loro utero. Per soldi. Ciò è aberrante, ovviamente. Queste donne vanno difese.

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