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Il bodyguard di Whitney Houston: “Bobbi Kristina non ha mai avuto speranze, nata nel caos”

Parla per la prima volta il bodyguard della diva morta tre anni fa, che i spirò il celebre film con Kevin Costner. Non è riuscito a salvare la popstar e, parlando di Bobbi Brown la definisce una bambina che, da appena nata, ha avuto il destino segnato.
A cura di A. P.
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Ha visto sotto i suoi una delle ultime popstar e vere dive del mondo della musica internazionale finire nel vortice della depressione e delle droghe, nonché la morte, trovata in una vasca da bagno due anni fa esatti. Oggi, o meglio da poche settimane, la figlia di quella stessa diva che era Whitney Houston, ovvero Bobbi Kristina, ha trovato la stessa sorte e combatte tra la vita e la morte per una dinamica più o meno simile: pur essendo sottoposta a vari interventi, non mostra miglioramenti e sembra destinata alla morte. Nella prima intervista rilasciata dopo la morte della donna che ha protetto, Welshman David Roberts parla del suo rapporto con la cantante, cui fu ispirato il film con Kevin Costner Bodyguard  e di quella bambina, Bobbi appunto, che lui ha visto crescere in questi anni tra lusso, cattive abitudini, droga e dissolutezze di diverso tipo.

Roberts ha raccontato in un'intervista quel percorso discendente che ha portato la Houston a passare dall'essere una delle più grandi dive della storia della musica, al mondo della droga, quindi la morte. Lo fa senza puntare il dito, senza giudicare, ma non risparmiandosi dal dire la verità. In buona sostanza al centro di tutto c'è il matrimonio con il rapper Bobbi Brown, attraverso il quale la star ebbe accesso ad una vita fatta di vizi e dipendenze. L'uomo parla di un mondo nel quale la piccola Bobbi Kristina: "Indossava orecchini da 20.000 dollari e vedeva i suoi genitori consumare quantitativi paralizzanti di droga".

Quando Bobbi Kristina nacque Roberts racconta di aver avuto paura che la ragazza potesse intraprendere la stessa strada di sua madre e non ha provato alcuna soddisfazione nel comprendere di avere avuto ragione: "La ragazza non ha avuto speranze, sin dall'inizio. E' nata nel caos. Ognuno è responsabile delle sue azioni, ma Whitnye era vulnerabile, ossessionata con la piccola Bobbi e la sottopose ad abusi psicologici al punto tale da perdere tutto, anche la dignità". Poi continua: "Ho visto Bobbi vagare nei corridoi di un hotel nel quale alloggiavamo circondata da persone che avrebbero dovuto controllarla e avere cura di lei e avevo paura: quando ho saputo cosa le fosse successo non mi sono sorpreso".

Oggi Roberts ha 62 anni, si è allontanato dalla cantante e dal suo entourage quando ha capito non avesse più autorità per poterla proteggere, dopo averlo fatto per diversi anni, nelle più disparate situazioni. La sua collaborazione con la Houston cominciò per puro caso, ma da quel momento non ha cominciato solo a farle da bodyguard, bensì a tenere intatta la sua carriera, sino a quando ha potuto.Cominciarono a lavorare insieme nel 1988, quando gli fu assegnato il compito di proteggerla.

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