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Italo Bocchino querela la Began: lei pubblica i loro sms privati

Sabina Began, la donna che è stata soprannominata come l’Ape Regina alla corte di Silvio Berlusconi, ha acconsentito alla pubblicazione di alcuni sms che l’onorevole Italo Bocchino le ha inviato durante la loro breve storia d’amore. L’uomo, però, non l’ha presa bene e ha deciso di querelarla.
A cura di Stefania Rocco
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sabina began
“ Mi vuoi perché te lo chiedo io o perché mi desideri? ”
Italo Bocchino alla Began

Giura di voler essere lasciata in pace Sabina Began, l’attrice che, per qualche tempo, ha intrattenuto una storia d’amore con Italo Bocchino, braccio destro di Gianfranco Fini. Dopo un flirt seguito alla separazione da Gabriella Buontempo, quella che è stata soprannominata come l’Ape regina all’interno dell’enorme corte delle donzelle simpatizzanti del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha deciso di mettere la parola fine al loro rapporto e lo ha fatto nel più inaspettato dei modi: pubblicando su Vanity Fair il testo di numerosi sms ricevuti dall’onorevole al quale ha proibito di cercarla ancora.

L’intervista della Began a Vanity Fair

Nell’intervista rilasciata da Sabina a Vanity emerge che la loro è stata realmente una storia di passione ma che, come molte altre prima, sarebbe già terminata lasciando Italo scontento rispetto al loro allontanamento. Il politico, secondo la Began, punterebbe a conquistare una fama da latin lover e, dopo il flirt con Mara Carfagna, non si sarebbe fatto scoraggiare dalla decisione di Sabina di allontanarsi, tempestandola con sms di varia natura.

Gli sms pubblicati fanno riferimento a date lontane tra loro. All’inizio della loro conoscenza, quando ormai le manovre di conquista erano ufficialmente iniziate, Un Italo in vena di rassicurazioni rispetto alle sue doti da conquistatore, le scrive:

Mi vuoi perché te lo chiedo io o perché mi desideri?

Questo accadeva prima che la Began decidesse d’interrompere il loro rapporto. Di fronte all’allontanamento della donna, avvenuto dopo la scoperta da parte della Began, di un’improbabile “mancata intesa spirituale” – Sabina ammette di esserne rimasta conquistata solo in un primo momento, breve ma sufficiente all’uomo per sedurla – le avrebbe scritto:

All’improvviso mi aggredisci senza ragione. Io mi sono aperto con te, sto bene con te e mi piaci. Ma sono sensibile e quando mi tratti male soffro.

Non contento, e convinto ormai che questo rapporto gli stia sfuggendo dalle mani, aggiunge un tenero:

Sono entrato in casa e con tristezza penso di aver rovinato un’amicizia per cose superficiali.

Sabina, però, rimane irremovibile e, stanca dei suoi tentativi di recupero, afferma: “Deve lasciare in pace me e il mio telefono”. Una situazione irrecuperabile, dunque, che l’avrebbe portata a sfidare la pazienza dell’uomo, acconsentendo alla pubblicazione di tali messaggi di testo.

italo bocchino

Bocchino s’infuria e parte la querela

La reazione di Italo non si è fatta attendere. Da mesi al centro del gossip a causa della burrascosa relazione sentimentale con la bella Carfagna – fu proprio la moglie Gabriella Buontempo a rendere pubblica la loro tresca sempre attraverso Vanity Fair – non è disposto a lasciarsi trascinare nuovamente al centro della cronaca rosa dalla Began e ha incaricato il suo legale Leone Zeppieri di procedere con la denuncia nei confronti di Sabina e dello stesso settimanale che ha pubblicato la sua intervista.

Non è la prima volta che un personaggio politico viene danneggiato dalle sue cosiddette relazioni con donne dello spettacolo più o meno importanti. Solo lo scorso anno, gli sms tra Berlusconi e Sara Tommasi hanno insegnato che queste vicende sono ormai all’ordine del giorno. Resta da stabilire, però, quale sia il limite tra l’informazione libera e la diffamazione e quando la volontà d’informare il pubblico sfocia, invece, in un atteggiamento lesivo nei confronti della privacy dei diretti interessati. Giustificata la rabbia di Bocchino così come comprensibile è la volontà della Began di mettere a parte il suo pubblico della fine di una relazione. Da che parte sta il torto, dunque?

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