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La storia di Michael, gemello di Ashton Kutcher affetto da una paralisi cerebrale

La storia commovente dei gemelli Kutcher. Mike nasce con una paralisi cerebrale infantile e all’età di 13 anni rischia di morire per un problema cardiaco. Ashton ha più volte confessato di aver pensato al suicidio pur di donargli il suo cuore da trapiantare. Oggi Mike va in giro nelle scuole a raccontare la sua storia.
A cura di Andrea Parrella
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Tempo fa vi raccontavamo di quei volti noti del mondo del cinema che avevano un gemello. Ma quella di Ashton Kutcher e del suo fratello gemello Michael è una storia che merita di essere raccontata. Sin dalla nascita Mike, così lo ha sempre chiamato il fratello Christopher Ashton, convive con una paralisi cerebrale che gli immobilizza quasi tutta la parte destra del corpo. Al momento della nascita, come lui stesso ha raccontato in un'intervista di qualche anno fa, i medici dissero ai genitori di battezzarlo, perché probabilmente non sarebbe vissuto a lungo. Ma le cose sono andate diversamente, perché tra difficoltà personali e familiari, la vita di Mike era solo agli inizi.

La malattia di Michael

Quella di Michael è una disabilità principalmente motoria, della quale i genitori si sono accorti solo quando aveva 3 anni: Ashton non smetteva di correre, mentre lui si muoveva lentamente o stava fermo, come sua madre aveva notato. La sua paralisi cerebrale, considerata un caso lieve, gli ha causato un modo di camminare lento e una difficoltà nell'uso del lato destro del corpo, è sordo all'80% dall'orecchio sinistro ed è stato operato due volte di cataratta. A 13 anni iniziò a manifestare i segnali di una cardiomiopatia, problema al cuore per il quale i medici gli diedero dalle 3 alle 4 settimane di vita. I suoi genitori furono chiamati alla difficile decisione di lasciarlo morire, o attaccarlo ad una macchina che lo tenesse in vita per 48 ore, durante le quali si trovò un cuore da trapiantare. Salvo anche quella volta, ha già ampiamente scongiurato ogni statistica, che vuole un bambino con cuore trapiantato non riesca a vivere per più di 7 anni.

Il rapporto splendido con Ashton

Molto il tempo passato con suo fratello, Chris, che noi siamo abituati a chiamare Ashton, che si tratti di una locandina di un film sulla vita di Steve Jobs o una sfilata, visto che gli inizi di carriera di Kutcher sono stati nel mondo della moda. Ashton pensò al suicidio mentre suo fratello rischiava la vita in un letto di ospedale, così da poter essere lui a donare a Mike il cuore per il trapianto, lo ha dichiarato pubblicamente. "L'ho sempre considerato il mio migliore amico – ha raccontato Michael, aggiungendo ironico – Deve aver mangiato tutto lui, quando eravamo nell'utero". L'infanzia dei due ragazzi è stata segnata molto dal ruolo che l'uno rappresentava nei confronti dell'altro. Per Mike, Ashton è sempre stato un fratello che rappresentava tutto ciò che lui avrebbe voluto essere. A sua volta, Ashton ha vissuto con la responsabilità di essere un modello per il fratello, cercando sempre di spronarlo ad andare oltre i limiti. Come accadde da bambini, quando durante una partita di basket insieme, Ashton tentò un tiro con il braccio destro, infastidendo il fratello che, consapevole di non poter fare quel tipo di tiro, lasciò il campo da gioco. Ashton lo inseguì, spronandolo, come racconta:

Chris mi ha detto: "Puoi fare tutto quello che vuoi. Io non posso fare questo tiro per te, la mamma non è qui, non può farlo lei per te. E' la tua sfida. Smettila di usare la tua disabilità come scusa. Questo è il tuo ostacolo. Le parole di Ashton sono rimaste con me per il resto della mia vita.

La vita di Micheal Kutcher oggi

Il momento in cui suo fratello, dopo aver vinto una borsa di studio, lasciò la casa in cui erano cresciuti per iniziare la sua carriera di modello, è stato forse quello più difficile per Michael. Un periodo in cui ha iniziato a dover fare i conti con lavita senza l'aiuto costante di suo fratello al suo fianco. Le sue parole di coraggio gli hanno dato la forza per andare avanti, essere autosufficiente, darsi all'unico sport per lui praticabile, il golf e, soprattutto, trovare un modo per raccontare la sua esperienza a persone che potessero trarne beneficio. Da anni Mike va in giro per le scuole americane, per parlare ai ragazzi della sua vita.

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