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Lino Banfi: “Ho pensato al suicidio, avevo il complesso del peso e non mi volevo bene”

L’attore, che festeggerà gli 80 anni il prossimo 9 luglio, racconta a “Oggi” un particolare poco noto della sua vita personale: la scarsa autostima e il complesso del peso eccessivo lo hanno spinto più volte a pensare al suicidio. “Ci ho messo anni per volermi bene”, racconta Banfi, che svela anche la longeva amicizia con l’ex papa Ratzinger.
A cura di Valeria Morini
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Lino Banfi è prossimo a festeggiare un glorioso traguardo: l'attore pugliese compirà 80 anni il prossimo 9 luglio. Nel frattempo, si racconta in un'intervista a "Oggi", nella quale affronta un tema molto delicato e svela un clamoroso retroscena: il rapporto con la sua fisicità è stato per anni durissimo. Il complesso del peso eccessivo lo ha portato ad avere una scarsa autostima e pensieri negativi. Addirittura, alcuni decenni fa, l'icona del cinema popolare italiano pensò di farla finita.

Siamo tutti uguali davanti a Dio. Ho timore solo di una cosa: quando quei quattro mi prenderanno con la cassa, mi auguro che non dicano ‘Mortacci sua, come pesa questo!'. Quindi sto tentando di dimagrire drasticamente in vista della grande occasione. Ho il complesso di essere grassissimo: nel mio cervello credo di essere 6 o 700 chili, altro che 100 quale sono. Già trent'anni fa l'idea di arrivare a 100 chili mi spaventava talmente tanto che mi sarei voluto suicidare. Poi non l'ho mai fatto, ma non mi sono mai piaciuto, lo devo ammettere. Infatti non rivedo mai le cose che giro. Ho avuto bisogno di tempo per trasformare i miei complessi in buffe caratteristiche. Ho avuto bisogno di tempo per imparare a volermi bene.

Banfi è sposato con Lucia, da cui ha avuto i figli Walter e Rosanna, dal 1º marzo 1962.

L'amicizia con Benedetto XVI

Recentemente premiato con il SuperCiak d’Oro alla carriera, nell'intervista Banfi ha raccontato anche un altro particolare poco conosciuto della sua vita lontano dai riflettori: l'amicizia con l'ex papa Benedetto XVI. Dal primo incontro in Spagna anni fa, tra l'attore e Ratzinger è nata un'intensa confidenza:

Il nostro rapporto si è sviluppato negli anni. Dopo le sue dimissioni io scrissi una poesia ispirata da una visione: avevo sognato che ci sarebbero stati due Papi. La poesia venne poi pubblicata da Avvenire e da Famiglia Cristiana. Scrissi poi una lettera a Padre Georg chiedendogli di poter riabbracciare il Papa Emerito. Dopo qualche mese mi arriva la telefonata. L'appuntamento lo fissiamo per il giorno dopo. Arrivo nel piccolo monastero dove alloggia Benedetto, all'interno dei giardini vaticani. In un salottino tutto bianco era seduto ad aspettarmi Papa Benedetto che, aprendo le braccia, mi dice: ‘Banfi, adesso lei mi racconta tutta sua vita'. Gli ho raccontato così anche i cinque anni passati in Seminario. Ad un certo punto mi chiede perché non ho continuato con l’esperienza sacerdotale: “'Non era quella la mia strada, non la sentivo mia. Volevo fare l’attore', gli rispondo io. “Anche fare l’attore è una missione”: grazie a queste parole del Santo Padre è come se avessi fatto finalmente pace con il mio passato e con le mie scelte.

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