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Linus, selfie in ospedale con i medici dopo un intervento al tendine d’Achille

Il volto simbolo di Radio Deejay si è dovuto sottoporre ad un intervento al tendine d’Achille. Per tranquillizzare i suoi fan, ha pubblicato un selfie che lo ritrae in ospedale con i medici e le infermiere. Linus sorride e alza il pollice.
A cura di Daniela Seclì
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Il selfie è una moda che sembra non conoscere crisi. Lo abbiamo visto declinato in tutte le salse: sexy, ironico e a volte fatto anche in situazioni estreme. Ultimamente, però, sta prendendo piede l'abitudine di scattare un selfie in ospedale. Lo abbiamo visto fare a Paolo Bonolis, che dopo essere stato ricoverato per un malore, ha mostrato il dito medio in uno scatto. Il gesto era rivolto ai paparazzi che lo avevano immortalato mentre veniva ricoverato e già pensavano di vendere l'esclusiva.

In queste ore è toccato a Linus. Il volto simbolo di Radio deejay si è sottoposto ad un intervento al tendine d'Achille. Come i suoi fan sapranno, Linus cura un blog dove racconta stralci della sua quotidianità e del suo lavoro in radio. Alcuni giorni fa, dunque, aveva già annunciato di doversi sottoporre a questa operazione:

"La prossima settimana non ci sarò, almeno da mercoledì in poi. Non vado in vacanza ma in ospedale. Niente di serio o di preoccupante, solo un tagliando al tendine d’Achille che tante noie mi ha dato in questi anni di corse. Vorrà dire che il mio regalo di Natale sarà rimettere le scarpette. Perché nella vita bisogna sempre avere un traguardo."

Il selfie in ospedale – Per tranquillizzare i suoi fan o forse solo perché il trend del momento è questo, Linus ha scattato un selfie con le infermiere e i medici. Il suo sorriso lascia intendere che è andato tutto bene. Chiaramente c'è il dolore che segue la fine dell'effetto dell'anestesia e che porta Linus a riflettere su come ci si accorga di essere fortunati a stare bene, solo quando si sta male:

"Come sempre quando tocca a noi star male, capisci quanto si è fortunati a star bene. Lo so, è retorica, e io odio la retorica. Così come mi imbarazza ricevere una quantità di messaggi di auguri per una cosa così da niente. È solo un’ammaccatura da sistemare, niente di più. Però un ospedale è sempre un ospedale, e da qui dentro le prospettive cambiano tantissimo. Sono le cinque di mattina, l’anestesia è finita del tutto e mi fa un male boia. Il campanellino mi guarda ma la coscienza pure: chiedo un antidolorifico o faccio l’uomo vero e sopporto? Scrivo, così mi distraggo."

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