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Luca Barbareschi: “Mi facevo Naomi Campbell, pippavo con Lou Reed e guadagnavo miliardi”

L’attore Luca Barbareschi ricorda gli anni della sua gioventù quando, tra le sue donne, riuscì ad annoverare perfino Naomi Campbell: “Guadagnavo miliardi, ma i miei figli non avranno un soldo di eredità”.
A cura di Stefania Rocco
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Nel corso di un’intervista rilasciata a “Il fatto quotidiano”, Luca Barbareschi racconta la sua giovinezza vissuta tra droga, eccessi vari, soldi e donne bellissime. Tra queste ci sarebbe stata perfino la top model Naomi Campbell. Lo racconta nel ricordare una telefonata intercorsa tra lui e Alberto Barbera, direttore artistico ella Mostra del Cinema di Venezia, all’epoca in cui il film “Something Good” da lui diretto fu rifiutato:

Something Good avrebbe dovuto essere a Venezia, ma venne rifiutato. La lettera protocollata di Barbera su carta intestata della Biennale la conservo ancora. Legga: “Il tuo film è rimasto in una short list di film preferiti… Poi, scelte drastiche si sono imposte, e non facili. Sia il numero limitato di posti a disposizione, sia per la stima – e, in qualche caso – l’amicizia nei confronti degli autori”. L’amicizia. Capisce? Alzai il telefono e chiamai Barbera: “Portatore sano di forfora – urlai –, quando te ti facevi le seghe a Torino, io chiavavo Naomi Campbell, pippavo con Lou Reed a Kansas City, aravo con il cazzo il mondo e guadagnavo miliardi, hai capito? Non voglio essere amico tuo, testa di cazzo”.

“Ai miei figli non lascio soldi, per loro è stato un trauma”

Barbareschi, che non è nuovo a rivelazioni decisamente forti che hanno per oggetto la sua vita privata, confessa anche di aver sperimentato diversi tipi di droghe:

Degli anni di New York ricordo grandi divertimenti ed eccessi. La droga l’avevo incontrata prima. A Milano girava di tutto. Lsd, mescalina, cocaina, fumo. E noi tutti, come idioti, a drogarci pensando di essere eversivi. L’eroina te la regalavano. Dei miei compagni di liceo in sei morirono di overdose.

Racconta, infine di aver scritto una lettera ai suoi figli in occasione dei suoi 60 anni. Avrebbe rivelato loro che non gli lascerà alcuna eredità economica:

Ai miei figli ho scritto: “Ho sbagliato spesso, mi sono drogato, sono stato egoista, ma voi – aiutatemi a capire – nei miei panni, al mio posto, cosa avreste fatto?”. Vedono un padre realizzato, ma forse non sanno che sono fragile e pieno di dubbi. Quale eredità gli lascio? Sicuramente non quella economica. Non avranno un soldo e lo sanno. È stato un trauma, ma hanno potuto studiare in scuole interdette al 99,7 per cento degli esseri umani, possiedono più di un passaporto, conoscono le lingue, sono svegli e colti e possono lavorare ovunque. Nella mia logica errante, ai miei figli non lascio denaro, ma le opportunità di farsi strada nel mondo.

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