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Melissa Satta: “Sui social anche foto pedopornografiche, alimentano femminicidi e stupri”

Melissa Satta, già protagonista di una vicenda che l’aveva convinta a sporgere denuncia dopo una serie di commenti offensivi ricevuti via social network, tuona affinché si comprenda la necessità di attuare un controllo maggiore al fine di arginare il fenomeno del cyberbullismo.
A cura di Stefania Rocco
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Melissa Satta si era già schierata apertamente contro lo scorretto utilizzo dei social network da parte di alcuni personaggi. L’ex velina di Striscia la notizia, moglie di Kevin Prince Boateng e madre di suo figlio Maddox, finì al centro di una triste vicende legata alla sua partecipazione a una puntata di Tiki Taka.

All’epoca la showgirl si scagliò contro quelli che sui social avevano commentato la sua partecipazione, insultandola per avere erroneamente ritenuto che non avesse indossato biancheria intima. Melissa decise di sporgere querela per quella vicenda, una decisione che a distanza di mesi non rinnega:

Ciò che mi fa arrabbiare non è il mezzo, ma come viene usato. Io penso di usare bene i social perché parlo di me stessa, del mio lavoro, qualcosa della mia famiglia che scelgo io di far vedere. Mi arrabbio perché non ci sono regole e modi per punire chi non le rispetta.

Intervistata dal Quotidiano Nazionale, Melissa lancia una dura accusa nei confronti di chi, attraverso un sistema di controllo a maglie larghe, permette che determinati episodi si verifichino:

Sono i controlli che non vanno. Abbinati a un profilo ci sono nome e cognome, e tutti i dati per l’identificazione. Mi stupisce che tutti possano dire e scrivere tutto quello che vogliono. Ci vuole un controllo a 360 gradi. Su alcuni profili vengono postate immagini di tutti i tipi, anche pornografiche, ma i social media vengono usati anche da minorenni! E poi, andiamo, sono una moglie, una mamma, una persona perbene: dovermi sentire in difetto perché ho messo una gonna in trasmissione mi sembra assurdo. È razzismo contro le donne. Ho deciso di fare causa non solo per me, ma per tutte. Femminicidi e stupri sono alimentati da questi meccanismi.

Lancia, quindi, un monito alle ragazze più giovani che si avvicinano ai social network:

Molte si buttano sui social senza sapere che è un mare di squali. Non capiscono che chiunque può vedere le tue foto e poi scrivere di te qualsiasi cosa. Chi non c’è passato, non sa quanto sia facile leggere falsità scritte e postate da persone che non ti conoscono. Offese che possono esercitare un devastante potere su di te, e farti molto male. Mi sono messa nei panni di altre donne, anche di quelle che non ce la fanno a resistere all’ondata di fango e pensano di farla finita. È successo, lo sappiamo, purtroppo è successo anche questo.

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