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Naomi Watts ricorda il padre morto per droga: “Di lui ho pochi ricordi e un paio di foto”

L’attrice racconta la tragica storia del padre Peter Watts, tecnico del suono dei Pink Floyd morto di overdose quando lei aveva solo 7 anni.
A cura di Valeria Morini
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Forse non tutti sanno che Naomi Watts, la bravissima attrice australiana di origine inglese, in questi giorni tra i protagonisti delle serie tv Gypsy e Twin Peaks, ha alle spalle un doloroso dramma familiare. Nel 1976, quando aveva appena 7 anni, l'interprete candidata all'Oscar perse il padre Peter Watts, morto di overdose a soli 30 anni. Manager e tecnico del suono, Watts ha lavorato con i Pink Floyd ed è uno dei sue personaggi che si notano sul retro della copertina di Ummagumma, uno degli album più celebri della band. In un'intervista al Guardian, la Watts ha rievocato la tragedia vissuta da bambina, che ha segnato molto la sua vita.

Recentemente, un fan della band inglese le ha mostrato un raro scatto in cui appariva il padre. È stata la prima volta che lo ha visto sorridere, seppure solo in un'istantanea, ed è scoppiata a piangere.

Dovete capire, io posseggo forse tre foto di mio padre e di lui ho probabilmente un paio di ricordi. E tutte le foto che ho sono sfocate o è una figura in piccolo sullo sfondo.

Sulla pagina Instagram dell'ex moglie di Liev Schreiber compaiono alcune di queste rare immagini, postate per ricordo: a lato di ognuna di esse la Watts scrive "Wish You Were Here" ("Vorrei che fossi qui"), titolo di una celebre canzone dei Pink Floyd.

I Pink Floyd aiutarono la famiglia di Naomi Watts

Il retro della copertina di Ummagumma dei Pink Floyd: il personaggio di destra è Peter Watts
Il retro della copertina di Ummagumma dei Pink Floyd: il personaggio di destra è Peter Watts

I genitori di Naomi, Peter Watts e Myfanway Edwards ("Puddy" e "Miv", come si facevano chiamare) divorziarono nel 1972 quando lei aveva quattro anni. Lei e il fratello maggiore Ben vissero con la madre per qualche tempo ma, dopo che Peter lasciò i Pink Floyd nel 1974, la coppia si riconciliò. Due anni più tardi, tuttavia, nell'agosto 1976, l'uomo fu trovato morto in un appartamento a Notting Hill, per sospetta overdose di eroina. Alla sua morte, Peter Watts lasciò Naomi, la madre e Ben in grandi difficoltà economiche. Ecco perché la band di Roger Waters aiutò la famiglia dell'attrice:

Quando è morto, mio ​​padre non aveva risparmiato soldi e credo che la mia mamma non ne avesse. Così, la band, molto gentilmente… ‘Fondo fiduciario' non suona granché bene. Credo che abbiano dato a mia mamma alcune migliaia di dollari per aiutarla. Sono stati carini a farlo.

Quando Naomi aveva 14 anni, la famiglia si trasferì quindi in Australia, terra della nonna materna della futura diva. Insediarsi in un mondo del tutto nuovo fu difficilissimo, ma la Watts trovò il sostegno e l'amicizia di un'altra adolescente, una certa Nicole Kidman. Il resto è storia: per Naomi è iniziata una carriera come attrice poi esplosa a Hollywood grazie a "Mulholland Drive" di David Lynch.

Il dolore di Naomi Watts nelle parole della madre

A raccontare la difficile infanzia dell'attrice era stata già nel 2015, la madre Myfanway Edwards, che al Daily Mail aveva spiegato quanto il lutto l'avesse segnata: "Per lei fu uno shock. La sua morte ha reso Naomi incredibilmente determinata. Ha avuto un profondo effetto su di lei, come su tutta la famiglia. Perdere un genitore è terribile per chiunque, soprattutto a quell'età, quando aveva bisogno di lui più che mai". Come dimostrano questi post social, per quanto sfocato il ricordo di papà Peter è più intenso che mai.

Happy Australian Father's Day. #wishyouwerehere

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Wish you were here 🙏💙

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