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Noemi: “Mi piaccio coi chili di troppo, l’ossessione per la perfezione è pericolosa”

La cantante racconta il difficile rapporto con il suo corpo e con il successo, l’adolescenza solitaria e la lenta scoperta che “l’imperfezione è sexy”. Un inno all’accettazione di sé (ciccia e cellulite comprese) contro l’ossessione per la perfezione e quelle “ragazzine che non escono di casa se non sono truccate”.
A cura di Valeria Morini
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Noemi si racconta a Io Donna, in un'intervista in cui la rossa cantante romana ha parlato soprattutto del rapporto con il suo corpo, non sempre facile. In particolare, Veronica Scopelliti (questo il vero nome dell'artista lanciata da X-Factor nel 2008) ha spiegato di aver imparato a fare i conti con i chili di troppo, dopo un periodo in cui faticava ad accettarsi:

Negli ultimi tre-quattro anni ho preso qualche chilo. I primi tempi non riuscivo neppure a guardare le mie foto, adesso chissenefrega. Non posso diventare gigante (ne risentirebbe la salute), ma così mi vado bene. Incredibile!

Non è un caso che la sua canzone del 2011 "Vuoto a perdere", scritto da Vasco Rossi, parlava addirittura di cellulite, un tema non certo consueto nei testi delle canzoni che scorrono in radio:

La prima volta che ho ascoltato il testo non è stato semplice: con i milioni di parole che ci sono al mondo, perché Vasco Rossi ci aveva ficcato proprio “cellulite”?!? Poi mi ha spiegato che il tema è “scabroso” soltanto per noi donne. (…) Gli uomini – assicura – non l’hanno mai vista… Sono felice di avergli dato retta: mi piacciono gli atti che spostano il limite più avanti. Trovo pericolosa l’attuale ossessione per la perfezione e soffro a vedere queste ragazzine che non escono di casa se non sono truccate, impeccabili.

"Da adolescente ero chiusa, ora accetto i miei limiti"

"Rimpiango di non essere stata capace di accettarmi per quello che ero", raccontava Noemi alla vigilia dell'ultimo Festival di Sanremo, che l'ha vista esibirsi all'Ariston con il brano "La borsa di una donna". Oggi la vediamo sicura di sè sui palcoscenici di tutta Italia, ma gli anni adolescenziali sono stati tutt'altro che semplici:

Io ho avuto un'adolescenza solitaria, ero chiusa e la musica era un rifugio: all'università – quando ho cominciato a esprimermi, accettando i miei limiti – la gente si è avvicinata. L’imperfezione è sexy, ti rende simpatica.

Anche l'enorme successo ottenuto ha portato insicurezze e ossessioni, ma oggi Noemi guarda alla vita e al lavoro con maggiore serenità:

Sono sempre stata battagliera e coraggiosa, ho preso certi muri a 200 all’ora… Poi ho capito che bisogna lasciare scorrere la vita, non fare-fare-fare. Mi ero annullata in questo mestiere e ho sentito il bisogno di mettere una distanza non esclusivamente psicologica: mi sono trasferita per un periodo in Inghilterra (…) Mi sono riscoperta. E mi sono liberata dalla sindrome da controllo, che non ha senso: oggi si vive con estrema velocità e si butta via in fretta, non puoi ingabbiare nulla. Meglio un atteggiamento distaccato. Mi guardo con occhi più benevoli: combatto combatto e non arrivano frutti? Bene: significa che non è ancora il momento. Mi perdono i punti deboli, le mancanze.

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