Paolo Brosio: “Sulle donne non ho pensieri puri, ma l’amore va fatto per procreare”
Paolo Brosio ha scelto di percorrere un cammino spirituale che lo ha avvicinato a Dio, convincendolo ad allontanarsi da quell’esistenza vissuta alla ricerca del piacere. Non è diventato un santo, però, ed è lui stesso a negarlo. Intervistato da Radio Cusano Campus, ammette di avere ancora la passione per le belle donne, pur precisando di vivere l’attrazione verso l’altro sesso in maniera diversa rispetto al passato:
La mia vecchia vita cerca di tentarmi ogni giorno, in ogni momento. Io comunque non sono diventato un santo, quando passa una donna la guardo e dal mio cuore non è che escano dei pensieri tanto puri. Sono debole. Stare dietro a Dio non è facile, tante volte preghi e poi caschi. L'amore si deve concretizzare nel fare figli, nel procreare. Se noi vogliamo amare una donna per godere noi stessi e basta diventa un problema.
La conversione durante un’orgia
Questa debolezza non gli avrebbe impedito di convertirsi. Brosio sostiene di aver votato la sua vita alla ricerca di Dio che lo avrebbe chiamato nel bel mezzo di un’orgia. Era il Natale del 2008:
Arrivavo da grandi sofferenze, la perdita di mio padre, l'incendio del Twiga, la separazione dalla mia seconda moglie. Poi una nottata matta. Ero a Torino dove facevo le dirette della Juve, lavoravo a Mattino5 e a Pomeriggio5. Siamo tutti a casa mia. Sento una voce ‘Paolo, devi smettere'. Erano le tre e mi sono messo a recitare l'Ave Maria. Ho cacciato tutti di casa.
Il suo rapporto con il sesso è cambiato, sebbene Brosio continui a dirsi un “peccatore”:
Non sono un robot. Ma non è che non pratico dal 2008, sono un peccatore e ogni volta affronto la questione con il mio confessore; se dovessi andare in Cielo vorrei presentarmi pentito. Non sono un santo. Ci si può anche amare solo spiritualmente, perché strapazzare sempre il povero corpo.