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Pitt e Jolie in “luna di miele” a Malta, ma lei non dimentica l’impegno sociale

Non si tratta di una luna di miele autentica, i due, oramai marito e moglie, si sono ritrovati a Malta dove la Jolie sta girando un film e, in qualità di inviata speciale dell’Unhcr, ha incontrato alcune famiglie di rifugiati siriani.
A cura di A. P.
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Avevano garantito che non ci sarebbe stata una luna di miele vera e propria, dopo quel matrimonio tutt'altro che sfarzoso, in pieno stile Brangelina, fatto all'oscuro di obiettivi e telecamere nella loro tenuta francese: con le ultime settimane Angelina Jolie e Brad Pitt hanno davvero dimostrato la marcia in più di cui sono sempre stati attribuiti. Mai banali, mai inutilmente magniloquenti, sempre e volutamente di basso profilo rispetto ai canoni e gli standard che lo showbusiness vorrebbe. E oltre ad una cerimonia dai bassi toni, anche la loro luna di miele non ufficiale sembra non costituire alcuna variante rispetto alla normale quotidianità: i due si sono ritrovati insieme a Malta negli ultimi giorni, lì dove l'attrice è impegnata con la realizzazione di un film.

Al netto dei certi momenti di intimità passati insieme, Brad e Angelina non hanno dimenticato il loro ruolo dal punto di vista dell'impegno sociale, a sostegno dei diritti umani e civili e contro qualsiasi tipo di guerra possibile. Se Brad si è molto impegnato con la sua fondazione negli anni scorsi per salvaguardare le popolazioni devastate dall'uragano del 2006 a New Orleans, Angelina Jolie è notoriamente al fianco della causa umanitaria, la salvaguardia dei bambini. e' per questo che, durante il loro soggiorno sull'isola a sud del Mediterraneo, in veste di "inviata speciale" per l'Unhcr Angelina ha incontrato alcune famiglie di rifugiati siriani e si dimostrata molto addolorata per la sorte di queste persone. La sua dichiarazione finale, assolutamente in linea con quelle lacrime speso tempo fa per una causa umanitaria di entità storica, quella di Srebrenica, sono chiare e precise, fuori dai denti: "A meno che non si affrontino le cause profonde di questi conflitti, il numero di rifugiati destinati a morire o a non trovare protezione continuerà ad aumentare".

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