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Rocco Siffredi: “Mio padre tradiva mia madre, non voglio essere come lui”

L’ex pornoattore svela i particolari del rapporto con suo padre che, quando era in vita, non perdeva occasione per flirtare con le donne facendo soffrire sua madre: “È morto cinque anni fa e, ancora oggi, mi auguro di non fare la sua stessa fine”.
A cura di G.D.
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Rocco Siffredi si racconta ai microfoni di Vanity Fair a margine della sua presenza alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare un documentario sulla sua figura, tra vita privata e professionale. L'ex pornoattore si "sbottona", parla del suo privato e lo fa raccontando una infanzia segnata da brutti esempi in famiglia. Il padre aveva poco rispetto di sua madre dal punto di vista coniugale, non era mai fedele e di questo Rocco Siffredi, a dispetto della sua professione, ne ha sempre sofferto.

Mio padre era un uomo buono, gentile, ma inesistente. Non aveva nessuna ambizione a parte la figa. Faceva il cantoniere e il suo capo lo rimproverava spesso perché s’infilava in ogni casa con la scusa del bicchiere d’acqua, del caffè, sperando di trovare una donna sola.

La madre di Rocco Siffredi ha sofferto per questo fino alla fine, quando sul punto di entrare in coma vide suo padre flirtare con la signora del letto vicino:

Mia madre era gelosa e ne ha sofferto fino all’ultimo. È morta di cirrosi per un’epatite mai diagnosticata. Stava per entrare in coma, e lui flirtava con la signora del letto vicino. Mi disse: “Caccialo fuori, non ce la faccio più”. È l’ultima immagine che ho di loro insieme. Nel 1993, mio padre venne a Cannes per gli Hot d’Or, gli Oscar del porno. Arriva che stiamo girando un film, io sono dietro la macchina da presa, entra,vede questa donna nuda con tre uomini, non mi saluta neppure, si butta nel mezzo, “piacere Gennaro”, poi viene da me e mi dice, in dialetto: “Certo che dal vivo è proprio un’altra cosa”.

"Mio padre è morto solo"

Rooc Siffredi racconta di come il padre abbia vissuto il resto dei suoi giorni con la solita fissazione per le donne. Una disperazione percepita anche dalle vedove dei suoi amici, con cui il padre provava a flirtare:

Di sesso a casa nostra non si era mai parlato ma, a un certo punto, cominciò a raccontarmi le sue avventure con una disinvoltura che metteva me in soggezione. Mi considerava un esperto. Mi spiegava delle anziane con cui ci aveva provato ai giardinetti, di quella che si era portato in stanza. Tutto, nei dettagli. “Ma perché me lo racconti? Sono pur sempre tuo figlio”. È morto cinque anni fa e, ancora oggi, mi auguro di non fare la stessa fine. Mia mamma se n’era andata da un giorno e lui era già alla ricerca di una donna. Andava a trovare le vedove dei suoi amici che ancora stavano piangendo il defunto. Percepivano la sua disperazione e lo respingevano. È vissuto da solo gli ultimi vent’anni. È morto solo.

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