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Rudy Zerbi pazzo di Maria: “Mi è sempre piaciuta, sembra una ragazzina ma ha 40 anni”

Perfetto nel ruolo di giudice arcigno in tv, Rudy Zerbi diventa tenerissimo quando si tratta della compagna Maria Soledad Tempurini: “Mi è sempre piaciuta tantissimo, prima eravamo solo amici”.
A cura di Stefania Rocco
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Quarant’anni portati meravigliosamente, Maria Soledad Tempurini è la donna che è riuscita nell’impresa di stregare il “gelido” – solo per esigenze di tv” – cuore di Rudy Zerbi. Oggi.it ha fotografato la coppia durante un romantico pomeriggio in spiaggia. Il giudice di “Ti si que vales” non ha occhi che per la compagna e fa bene.

Maria Soledad, fidanzata di Zerbi, è davvero bellissima e soprattutto è l’unica che sia riuscita a far innamorare davvero il corteggiatissimo Rudy:

Io e Maria abbiamo una vita mediaticamente noiosa, non siamo tipi mondani: quando non lavoro, sto con i miei figli. Il che richiede già un’organizzazione complicata. Maria è architetto di interni, sembra una ragazzina, ma per fortuna ha 40 anni: non amo le ragazze troppo giovani, ho bisogno di una donna accanto. Con Maria, siamo stati amici per tanti anni, mi piaceva moltissimo ma non l’avevo mai vista come una potenziale compagna. È una donna di talento, riesce a rendere speciale qualsiasi casa, ha un gusto straordinario. Quando la vedo disegnare rimango affascinato: il talento più grande l’ho trovato in casa mia. E stare con lei mi sta regalando un’esperienza inedita e bellissima, quella di veder crescere due bambine. Ho quattro maschi, ho sempre desiderato una femmina e ora ne ho due: so che hanno un papà, ma le considero anche mie. Il nostro è un rapporto bellissimo, anche se in italiano per definire quelli come me c’è solo la parola patrigno.

La famiglia allargata di Rudy Zerbi e Maria Soledad

Con Maria, il bambino nato dal loro amore e gli altri figli arrivati dalle relazioni precedenti che entrambi hanno avuto, la famiglia Zerbi è un nucleo davvero allargato:

Il gruppo completo comprende otto persone: oltre a me e Maria e a nostro figlio Leo, di quasi 2 anni, ci sono i miei tre figli di 17, 12 e 7 anni, e le due bimbe di Maria. Mio figlio grande vive a Londra, gli altri due a Bologna e Milano, noi a Roma.

E sul suo ruolo di “patrigno”, sebbene il termine non gli piaccia, aggiunge:

Le stesse di un papà, per provare a essere un esempio sano che i bimbi proveranno col tempo a imitare. Sembrerà paradossale, ma io nei confronti delle figlie di Maria mi sento più responsabilizzato, forse perché manca la titolarità che c’è coi figli miei. Con le bimbe vivo la quotidianità e, avendo avuto solo figli maschi, sto scoprendo l’imbarazzo buffo e divertente di avere a che fare con le femmine, donne già da bambine: hanno modi di essere affettuose con i papà completamente diversi. È una esperienza bellissima. “Quello che conta è la qualità del tempo che dai ai figli. Quando sto con loro, li ascolto, ci parlo. E quando sono lontano cerco di accorciare le distanze. Questa settimana ho comprato il libro di Pater Pan e, come in Favole al telefono di Gianni Rodari, ogni sera ne leggo un po’ con i miei tre figli lontani, via chat o videochiamata. Sono momenti che, purtroppo, da figlio non ho mai avuto, ora ho imparato che esistono e li voglio vivere coi miei figli. Nel lavoro le soddisfazioni me le sono tolte tutte, l’unica vera sfida ora per me è che i miei figli possano vedermi come un punto di riferimento. A me è mancato moltissimo.

Il successo di “Tu si que vales”

Zerbi è uni dei giudici di “Tu si que vales”, trasmissione che continua a funzionare perfettamente nonostante sia un prodotto già andato in onda per diverse edizioni. Rudy, che ha cominciato la sua carriera in tv grazie a Maria De Filippi e ad “Amici”, ha un’idea precisa del perché il programma funzioni:

L’arcigno Zerbi è una favola, non sono cattivo. Amo “Tu sì que vales” perché è come fare una volta a settimana il giro di teatri, cabaret, club e strade di tutto il mondo. Dopo anni ancora mi stupisco per le esibizioni, quelle buffe e quelle talentuose. E poi lavorare con Maria, Teo, Gerry e Mara è un onore, ti fanno venire voglia di imparare. Per me è uno spettacolo nello spettacolo. Perché il programma funziona? Perché noi giudici siamo i primi a divertirci, incavolarci, sorprenderci, emozionarci. Se seguissimo un copione, la gente romperebbe le scatole. Siamo genuini, ce ne stiamo sul divano come una sorta di pubblico in studio che rappresenta quello che ci guarda da casa.

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