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Sabrina Ferilli: “Voto No al referendum perché voglio bene a questo Paese”

L’attrice, che alle ultime elezioni romane ha appoggiato Virginia Raggi facendo un passo indietro rispetto alla sua storia fede politica di sinistra, è ancora contro Renzi e spiega perché voterà no al referendum del prossimo 4 dicembre.
A cura di Par. And.
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Sabrina Ferilli non si è mai censurata, soprattutto politicamente. L'attrice romana ha sempre manifestato il suo colore politico, definendosi di sinistra. Tuttavia negli ultimi anni sembra aver messo in discussione le sue certezze, in particolare schierandosi contro il Partito Democratico alle recenti elezioni romane, manifestando appoggio alla sindaca del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi. In linea con quello che sembra più che altro un anti renzismo, l'attrice ha detto la sua anche sul referendum del 4 dicembre, al quale voterà no. La sua decisione esplicita è contenuta in un'intervista al settimanale Chi:

Al referendum voterò no, voglio bene a questo Paese, guardo avanti, ho memoria e voto no. Io credo che nella Costituzione ci sia tutto, c'è solo bisogno di una politica onesta che la applichi.  Questo è un governo che ha la maggioranza assoluta e che ha fatto passare tantissime leggi, credo più della Francia secondo qualche statistica che leggevo nei giorni scorsi. Quindi la teoria che il modo di fare passare una legge adesso sia giurassico oltre che troppo lento viene smontata dai fatti. Poi, credo anche nella buona fede di chi vota "sì" e di chi propone queste modifiche, ma io, il fatto di mettere in mano tutto il potere a maggioranze assolute dicendo "prima non lo avevamo fatto perché noi uscivamo dalla seconda guerra mondiale", ebbene, non credo che la democrazia si possa permettere certi meccanismi. E che la deriva, populista o autoritaria, sia sempre dietro l'angolo.

Diverse le ragioni per le quali sceglie questa nuova strada e quindi il No al quesito referendario: "Non è un fatto di età e di altro, è una questione di memoria. Anche smantellare i piccoli partiti, che sono la democrazia, con il pretesto che così è più veloce legiferare o è più facile la macchina amministrativa, non è una sciocchezza, è una resa. C'è bisogno della dittatura per sollevarsi dalla burocrazia che assilla il Paese? Beh, così sono capaci tutti quanti". Non distrugge in toto Renzi, ma critica quanto ha fatto, che è poco rispetto a quanto avesse promesso. Il suo voto è allineato a quello della sua famiglia: "Per una volta voteremo compatti per il no. Mio padre, che ha 80 anni, è una persona che sa bene cosa può succedere. Lui è nel Pd, ma fa parte dei comunisti rimasti lì dentro e che ripetono: "Mai più". Ripeto, nella Costituzione c'è già tutto. Basta applicarla bene. Poi Renzi è un ragazzo vigoroso, che sta lì, ci prova. Però nei fatti quello che è passato è molto poco rispetto a quello che si racconta".

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