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“Sono la figlia di Stefano D’Orazio”, Francesca Michelon chiede 2 milioni e mezzo di euro

La trentunenne Francesca Michelon sostiene di essere figlia del batterista dei Pooh. Chiede due milioni e mezzo di euro per il mantenimento retroattivo dal momento della nascita e i danni esistenziali. L’artista si sarebbe sottratto per tre volte all’esame del DNA richiesto dal giudice. D’Orazio smentisce di essere il padre della giovane.
A cura di D.S.
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UPDATE 21/02/2016 – Francesca Michelon indagata per falso ideologico

Secondo quanto riportato da "Il Gazzettino", Francesca Michelon sarebbe indagata per falso ideologico insieme alla madre Oriana e all'ex marito di quest'ultima, Diego Michelon. Il PM di Venezia, Elisabetta Spigarelli, avrebbe chiesto il rinvio a giudizio dei tre con l'accusa di aver ottenuto la sentenza di disconoscimento di paternità di Diego Michelon nel 2013, affermando che l'uomo era venuto a conoscenza del fatto che Francesca non fosse sua figlia solo da un anno. All'epoca dei fatti, l'articolo 244 del codice civile prevedeva proprio un anno come limite perché l'azione di disconoscimento potesse essere avviata. Secondo la Procura, questa dichiarazione sarebbe falsa. L'uomo sarebbe a conoscenza della verità da più tempo. Così sembra essere scattata l'accusa – per lui, Francesca e Oriana Bolletta – di aver dichiarato il falso. Il disconoscimento è stato essenziale al fine di avviare la causa per accertare la presunta paternità di Stefano D'Orazio.

"Voglio la verità su mio padre"

In queste ore, il batterista dei Pooh Stefano D'Orazio, si sta ritrovando – suo malgrado – nel ciclone del gossip. La trentunenne Francesca Michelon, infatti, è convinta di essere sua figlia. Come riporta Il resto del carlino, la ragazza è determinata a combattere per stabilire la verità dei fatti. Ecco quanto ha dichiarato:

"Voglio la verità sulla mia identità e sull’uomo che ho conosciuto dieci anni fa, Stefano D’Orazio".

Questa vicenda, dunque, ha avuto inizio nel 2006. Fu allora che la madre della Michelon, le svelò la presunta identità del suo vero padre, che – a suo dire – corrisponderebbe proprio a quella del noto artista. Così, nel 2014, Francesca si è rivolta al Tribunale di Marsala (D'Orazio ha la residenza a Pantelleria), per avviare un'azione di riconoscimento di paternità. Il giudice ha richiesto il test del DNA per chiarire questa vicenda e accertare la veridicità della versione della Michelon. Il batterista, però, non si sarebbe presentato per ben tre volte.

La versione dei fatti che Francesca Michelon avrebbe appreso dalla madre Oriana Bolletta

Negli anni '70, Oriana Bolletta ha sposato Diego Michelon, tecnico del suono che più volte avrebbe collaborato con la band di Stefano D'Orazio. Dal loro amore nasce una figlia. Qualche anno dopo, però, arriva un periodo di crisi. Nel 1983, Diego e Oriana si separano. In quell'anno, la donna – amica dei Pooh – avrebbe iniziato una relazione con il batterista. Nel 1984 la Bolletta rimane incinta presumibilmente di D'Orazio. Quest'ultimo, però, avrebbe troncato la relazione e Oriana avrebbe riallacciato il rapporto con il marito.

Francesca cresce e si trasferisce a Roma. I genitori si separano nuovamente e nel 2006, la madre racconta alla ragazza chi sarebbe il suo vero padre. La Michelon comincia a cercare la verità. Il test del DNA stabilisce che lei non è figlia di Diego. Nel 2013, il Tribunale di Venezia sancisce il disconoscimento di paternità. Nel 2006, Francesca e Stefano D'Orazio si sarebbero incontrati e frequentati per un anno. I due, però, non sarebbero stati in grado di costruire un rapporto. Da lì, è partita la causa a Marsala. I suoi legali chiedono a D'Orazio due milioni e mezzo di euro per  il mantenimento retroattivo dal momento della nascita e i danni esistenziali.

La versione di Stefano D'Orazio

Il batterista smentisce di aver avuto una relazione con Oriana Bolletta. Con lei ci sarebbero stati solo due fugaci incontri, che risalirebbero al 1983 e al 1984. Quegli incontri – a suo dire – non potrebbero aver portato ad una gravidanza. I legali dell'artista hanno chiesto che sia dichiarata non valida la sentenza di disconoscimento di paternità del 2013. Per loro sarebbe solo una manovra per ottenere del denaro.

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