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Al Bano Carrisi: “Prima della scomparsa di Ylenia ci sono stati oscuri segni premonitori”

Nel 1993, poco prima della scomparsa di Ylenia, Al Bano vide cinque gatti neri di fronte casa sua. Inoltre, il presepe andò in fiamme. Il cantante ha interpretato questi fatti, come degli oscuri presagi della tragedia che avrebbe sconvolto la sua vita.
A cura di D.S.
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Al Bano Carrisi ha rilasciato una lunga intervista a Mistero Magazine. L'artista è tornato a parlare della scomparsa della figlia Ylenia Carrisi. La dolorosa vicenda risale alla fine del 1993. In quell'anno, il cantante si ritrovò spesso ad osservare dei segni che interpretò come un cattivo presagio:

"Mi ricordo cinque maledetti gatti neri e mi scuso con tutti gli animalisti, alla fine dell'anno 1993. Spuntarono tutti insieme di fronte a casa mia, davanti al bosco… Ed è una cosa che non dimenticherò mai. Sempre in quei giorni, una pigna cadde sul presepe di casa, che prese fuoco e andò distrutto".

"Prima reagii contro Dio, poi trovai conforto in lui"

Quel difficile periodo fu contrassegnato anche da un rapporto conflittuale con la religione: "Reagii contro Dio, ma capii subito che stavo commettendo un gravissimo errore, perché mi allontanavo da una certezza per affrontarne altre… Non entro nei particolari, ed è giusto che sia così, ma dopo un po' mi ritrovai a pensare: ‘Se a Dio hanno ammazzato un figlio, tu chi ti credi di essere per non poter provare su questa Terra una cosa del genere?'. A quel punto ricominciai a collegarmi con Dio e il mio spirito migliorò, sentivo meno acidità e cattiveria dentro. Così ho riscoperto la cristianità".

"L'incontro con Papa Giovanni Paolo II mi ha segnato"

Tra gli incontri che hanno arricchito l'esistenza di Al Bano, spicca quello con Papa Giovanni Paolo II: "Ho cantato sette volte per lui e ogni volta che ci incontravamo mi faceva venire i brividi. Non dimenticherò mai il primo incontro, nella sua cappella privata in Vaticano. Eravamo in ventidue persone, c'erano mia madre, mio fratello, Romina, le due bambine. Quell'incontro mi segnò, perché in lui vedevi il divino: nei suoi occhi percepivi la bontà assoluta, ma anche la capacità di leggerti l’anima fin nel profondo". Infine, ha parlato del suo rapporto con la superstizione:

"Certo non ne faccio una ragione di vita, ma ci sto attento, con moderazione. Per esempio: dicono che il 17 porta sfortuna? E allora io lo considero un numero in grado di avvertirti che qualcosa potrebbe non andar bene".

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