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Alba Parietti piange la morte di un amico per Coronavirus: “Deceduto in solitudine, senza carezze”

È un giorno doloroso per Alba Parietti. Il padre di un caro amico di suo figlio è morto dopo aver contratto il Coronavirus. La showgirl, in un post pubblicato sui social, ha spiegato che l’uomo era stato ricoverato una settimana fa. Questa mattina è deceduto in solitudine, senza le carezze e il conforto dei suoi cari.
A cura di Daniela Seclì
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È un momento doloroso per Alba Parietti. La showgirl ha alzato il velo sulla sofferenza che le famiglie stanno provando nel corso dell'emergenza Coronavirus. In queste ore, è deceduto un suo conoscente. La sofferenza per la scomparsa, l'ha spinta a scrivere un lungo post sui social, nel quale ha invitato a smetterla di rischiare, uscendo di casa. Non si può minimizzare la situazione.

È morto il padre di un caro amico di suo figlio

"Oggi è una brutta giornata": così, ha esordito Alba Parietti. Ha rimarcato, poi, che in Lombardia ogni giorno qualcuno riceve la triste notizia della morte di amici e parenti. Purtroppo, in queste ore è toccato anche a lei fare i conti con la scomparsa di un amico: "Oggi se n'è andato il padre di uno dei più cari amici di mio figlio". E ha continuato:

 "Ho assistito ogni giorno alla sua agonia, attraverso l’assenza di informazione, attraverso l’angoscia del figlio che vive all’estero e che si era speso per aiutare. Avendo contatti con la Cina, mi aveva anche aiutato a trovare mascherine. Lui era preoccupato, da subito si preoccupava per i suoi genitori e non capiva come mai non ci fossero abbastanza forme di prevenzione".

Purtroppo, entrambi i genitori di questo ragazzo di cui Alba Parietti non fa il nome, sono risultati positivi al Coronavirus. Una settimana fa, il padre è stato ricoverato. Questa mattina è arrivata la terribile notizia. Dramma nel dramma, la morte in totale solitudine. Come gli altri deceduti in ospedale per via del virus, anche lui se n'è andato senza il conforto dei suoi cari:

"Il padre circa una settimana fa, dopo insistenze data l’aggravarsi della situazione, è stato ricoverato già molto compromesso. Ma a fatica perché non c’erano posti. Nessuna informazione, qualche raro, preoccupante messaggio. Si sentiva la morte addosso. Poi un attimo di tregua e la speranza, che è la più atroce delle illusioni. Di nuovo silenzio, nessun modo di sapere cosa gli stesse accadendo. E questa mattina la fine, in solitudine. Questa è ancora la realtà, la sofferenza senza compassione, senza carezze, senza sollievo. La fine che nessuno vorrebbe e dovrebbe fare".

L'appello: restate a casa, non minimizzate

Infine, ha rivolto un appello a tutti coloro che la seguono. Li ha invitati a restare a casa e a non minimizzare quanto sta accadendo. Il virus non guarda in faccia nessuno. L'unico modo per arginare il contagio è attenersi alle regole stabilite:

"Smettetela di parlare di esagerazioni, smettetela di pensare di essere immuni o fuori dal problema. È una responsabilità condivisa, pesante e atroce. Ma smettetela di minimizzare. È vergognoso farlo. Provate voi a vivere in Lombardia. Nessuno di noi lombardi non ha perso qualcuno. Nessuno di noi quando ha avuto qualche lieve linea di febbre non ha pianto per la paura pensando di morire, senza sapere con chi parlare e cosa fare, perché quasi tutte le persone che vivono qui hanno avuto sintomi leggeri o forti, alcuni improvvisamente, persone gravi poi gravissime, poi decedute nel modo peggiore. Forse è difficile capirlo ma provateci".

Oggi e’ una brutta giornata. In qualche maniera ci siamo abituati a vivere segregati e in fondo ne apprezziamo anche il valore. Alle persone che insistono per riaperture immediate di tutto che escono senza farsi troppi problemi vorrei spiegare che noi in Lombardia, tutti noi ogni giorno abbiamo notizie tragiche da parte di amici e parenti. Oggi se ne è’ andato il padre di uno dei più cari amici di mio figlio. Ho assistito ogni giorno alla sua agonia , attraverso l’assenza di informazione , attraverso l’angoscia del figlio che vive all’estero e per altro si era speso per aiutare , avendo contatti con la Cina , mi aveva anche aiutato a trovare mascherine. Lui era preoccupato , da subito si preoccupava per i suoi genitori e non capiva come mai non ci fossero abbastanza forme di prevenzione. Nonostante la sua attenzione , proprio i suoi genitori sono stati contagiati. Non avevano ancora modo di proteggersi, ma non erano quasi mai usciti , nonostante ciò il padre circa una settimana fa , dopo insistenze data l’aggravarsi della situazione è’ stato ricoverato già molto compromesso. Ma a fatica perché non c’erano posti. Nessuna informazione , qualche raro , preoccupante messaggio. Si sentiva la morte addosso. Poi un attimo di tregua e la speranza ,che è’ la più atroce delle illusioni. Di nuovo silenzio , nessun modo di sapere cosa gli stesse accadendo. E questa mattina la fine , in solitudine . Questa è’ ancora la realtà , la sofferenza senza compassione , senza carezze senza sollievo. La fine che nessuno vorrebbe e dovrebbe fare. Smettetela di parlare di esagerazioni , smettetela di pensare di essere immuni o fuori dal problema. E’ una responsabilita condivisa pesante e atroce. Ma smettetela di minimizzare . E’ vergognoso farlo. Provate voi a vivere in Lombardia. Nessuno di noi Lombardi non ha perso qualcuno. Nessuno di noi quando ha avuto qualche lieve linea di febbre non ha pianto per la paura pensando di morire, senza sapere con chi parlare e cosa fare, perché quasi tutte le persone che vivono qui hanno avuto sintomi leggeri o forti alcuni improvvisamente persone gravi poi gravissime , poi decedute nel modo peggiore. Forse è difficile capirlo ma provateci .

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