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Alessandro Cattelan posa con Nina: “Sono un padre responsabile”

Il conduttore di X Factor racconta per la prima volta la sua esperienza da padre. Da quando è nata la piccola Nina svela di vivere con timore e qualche ansia la sua crescita, consapevole delle difficoltà a cui andrà incontro.
A cura di Laura Balbi
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Si è dimostrato talentuoso e capace al timone di X Factor, ma Alessandro Cattelan ha sempre tenuto abbastanza in disparte la sua vita privata. Per la prima volta l'ex volto di Mtv si mostra con sua figlia Nina sulla copertina di GQ di luglio, come gli è stato chiesto dal direttore Carlo Antonelli. Cattelan ha accettato di buon grado la proposta, per svelare il suo ruolo da giovane padre di famiglia, quello che considera più importante. Rispetto agli altri 30enni sa che quello della paternità è un aspetto spesso messo troppo in ombra da elementi più superficiali. Il presentatore spiega:

Ho accettato con grande piacere la proposta di copertina di Antonelli: proprio perché sono un padre giovane di 30 anni, mi sembrava l'immagine migliore che potevo dare di me. La più vera, la più importante. Siamo abituati a vedere le celebrities maschili in spiaggia coi muscoletti e le ballerine. È giusto invece che venga finalmente fuori un altro aspetto di noi trentenni: persone responsabili, specie del futuro nostro e della nostra famiglia.

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Non solo orgoglio ma anche dei timori, legati naturalmente al ruolo di giovane genitore, alle prime armi con la figlia:

Mi spaventa pensare che un giorno mia figlia rimanga affascinata dalla persona sbagliata e che per compiacerla faccia un’enorme cazzata. Mi spaventa l’idea che non sempre sarà in grado di ragionare con la sua testa. Mi spaventa confondere ciò che io desidero per lei con ciò che lei desidera per se stessa, e di incasinarle la vita. Mi spaventa il mio passato. Chiariamoci, non sono stato uno sbandato né un teppistello affiliato a una baby gang o un mezzo tossico che passava i pomeriggi a farsi le canne sul terrazzo nascondendosi dalla madre. Anzi, nei limiti del possibile, ho sempre cercato di rigare dritto. Ma il punto è proprio questo. Posso sinceramente sperare che mia figlia righi ancora più dritto di me e non si conceda nemmeno quei piccoli svaghi adolescenziali che hanno comunque dato un senso alla mia crescita? E anche se lo sperassi, sarebbe giusto farlo? Mi spaventa ricordare l’opinione che avevo dei miei genitori quando ero adolescente e arrabbiato.

Alcune paure per la crescita di Nina e per il futuro che vivrà. Cattelan conclude con un pensiero positivo che gli hanno insegnato proprio i suoi genitori:

Tutte queste ansie, certo, mi prosciugano. Quando cattivi pensieri mi rapiscono il cervello, posso solo provare a pensare che se siamo sopravvissuti tutti, sopravviverà anche lei. Anzi, no, posso fare di più. Posso coltivare tutte queste paure nella speranza che mi aiutino a stare allerta e pronto a fare ciò che serve per allontanarle. Perché in fondo, come mi hanno insegnato i miei genitori, chi ha paura dell’acqua difficilmente morirà annegato.

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