Amy Schumer: “Il mio primo rapporto sessuale non fu consensuale”
In un'intervista a Marie Claire l'attrice Amy Schumer ha detto che il suo primo rapporto sessuale non è stato quello giusto, per usare un eufemismo. L'Huffington Post ha potuto leggere in anteprima il sevizio della rivista che uscirà il 19 luglio e che ha messo l'attrice in copertina, corredando il pezzo con una serie di foto. Nell'intervista si affrontano vari aspetti della vita dell'attrice vincitrice di due Emmy Aweards e un Critics Choice Award, dalla carriera, quindi, alla famiglia, passando per il libro in uscita. Discutendo con la giornalista Allison Glock la Schumer ha rivelato di aver perso la verginità a 17 anni, ma che quel rapporto non fu consensuale.
Le violenze vissute da Lady Gaga e Lena Dunham
La Schumer non è l'unico personaggio famoso donna ad aver rivelato in questi anni di aver subito violenza sessuale: l'attrice, sceneggiatrice e regista Lena Dunham, ad esempio, ha scritto nella sua autobiografia che fu vittima di violenza, ma solo dopo un po' di tempo lo riconobbe come tale, mentre Lady Gaga qualche anno fa parlò di una violenza subita da un uomo più grande di 20 anni che le ha segnato per sempre la vita.
"Ho percepito la violenza dopo aver letto il mio diario"
Anche la Schumer, come la Dunham, ha detto di non aver riconosciuto immediatamente quell'atto come una vera e propria violenza sessuale:
La mia prima esperienza sessuale non fu quella giusta. Non ci ho pensato finché non ho riletto il mio diario. Quando successe, lo scrissi buttandolo là, fu una cosa tipo "Poi guardai a terra e realizzai che era stato dentro di me. E lui mi disse "Mi dispiace" e "Non credevo di poter fare una cosa del genere".
Nessun senso di vendetta
Nell'intervista la donna ha spiegato di non provare un senso di vendetta o di punizione verso quel ragazzo che oggi non fa più parte della sua vita: "È successo 17 anni fa, ci sono così tanti fattori. C'è stata un'altra volta in cui dissi a un mio fidanzato ‘No, fermati' e la cosa fu ignorata completamente". L'Huffington Post continua spiegando che la giornalista e l'attrice hanno parlato di quanto questa esperienza sia comune, "benché la Schumer non si identifica proprio come vittima, lei allude alla nostra cultura di colpevolizzazione della vittima":
Sai, con chi ha vissuto una violenza, non c'entra la vergogna, ma la rabbia. Il fatto di non essere una vittima perfetta rende la gente completamente fuori di testa.