Angelina Jolie contro Trump: “I rifugiati non sono terroristi, stai giocando con il fuoco”
Angelina Jolie è una delle attrici di Hollywood più impegnate nel sociale. Dal 2012 è inviata speciale dell'Alto Commissariato ONU per i rifugiati. È semplice, dunque, intuire cosa la spinga a prendere una posizione netta contro la chiusura delle frontiere voluta da Donald Trump.
Il Presidente USA, oltre alla ferma intenzione di costruire un muro al confine meridionale degli Stati Uniti, ha vietato temporaneamente l'ingresso nel Paese ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana. In queste ore, Angelina Jolie ha espresso il suo punto di vista a riguardo, in un'intervista rilasciata al New York Times:
"I rifugiati sono uomini, donne e bambini travolti dalla furia della guerra o perseguitati. Non sono terroristi, ma spesso le prime vittime del terrore. La crisi globale dei profughi e la minaccia del terrorismo giustificano pienamente il nostro sforzo di proteggere i nostri confini. Ma la nostra risposta dev’essere proporzionata e basata sui fatti, non sulla paura".
Angelina Jolie: "I bambini rifugiati devono avere diritto all'asilo"
Angelina Jolie, pur riconoscendo l'importanza della tutela della sicurezza, ha sottolineato come l'America debba restare un Paese compassionevole:
"Come madre di sei bambini, tutti nati in terre straniere e oggi orgogliosi cittadini americani voglio fortemente che questo Paese sia sicuro per loro, e per tutti i figli della nostra nazione. Ma voglio anche sapere che i bambini rifugiati che hanno diritto all’asilo potranno sempre rivolgersi a un’America compassionevole".
Angelina Jolie: "Discriminare i rifugiati significa giocare con il fuoco"
L'attrice reputa che Donald Trump stia giocando con il fuoco. Questa discriminazione potrebbe far scaturire pesanti conseguenze: "Se mandiamo il messaggio che è accettabile chiudere le porte ai rifugiati, o discriminarli su base religiosa, giochiamo con il fuoco. Accendiamo una miccia che brucerà attraverso i continenti, diffondendo quella stessa instabilità dalla quale cerchiamo di proteggerci…Quale sarà la nostra risposta se altri Paesi useranno la sicurezza nazionale per negare i diritti?".