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“Autistico e serial killer”, la Casa Bianca chiede diritto alla privacy per Barron Trump

La Casa Bianca chiede che sia rispettata la privacy di Barron Trump, figlio di 10 anni del neo-presidente Donald e della sua terza moglie Melania. Il comunicato ufficiale arriva dopo che, negli ultimi giorni, il ragazzo era stato oggetto di bullismo online e di una satira particolarmente feroce, attraverso la quale era stato addirittura appellato come un ‘potenziale serial killer’.
A cura di Eleonora D'Amore
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La Casa Bianca interviene nella polemica sorta successivamente i perpetrati atti di bullismo ai danni del piccolo Barron Trump. A tal proposito, con una nota ufficiale, ha chiesto che fosse rispettata la privacy del figlio di 10 anni del neo-presidente Donald e della sua terza moglie Melania. Il comunicato ufficiale  sottopone all'attenzione pubblica il tentativo di tutelare il ragazzo, finito a essere oggetto di scherzi e battute sul web per l’atteggiamento poco interessato esibito durante la cerimonia d’insediamento del padre. La nota riporta testualmente:

Si tratta di una lunga tradizione che ai figli dei presidenti sia offerta l'opportunità di crescere al di fuori dei riflettori della politica. La Casa Bianca si aspetta che questa tradizione continui. Apprezziamo la vostra collaborazione in merito.
"It is a longstanding tradition that the children of Presidents are afforded the opportunity to grow up outside of the political spotlight. The White House fully expects this tradition to continue. We appreciate your cooperation in this matter."

"Potenziale responsabile di un massacro", il tweet della discordia

Il tweet controverso sul quale sono esplose le polemiche in merito al bullismo cibernetico era stato un tweet del 21 gennaio di Katie Rich, una delle autrici del “Saturday Night Live”, che si era spinta decisamente oltre la satira, definendo Barron Trump come potenziale “first hoomeschool shooter”, ovvero possibile primo responsabile di un massacro, come quelli tristemente noti avvenuti nelle scuole americane di recente. La specifica, poi, ancora più agghiacciante riportava lo scenario tra le mura domestiche, in quanto la sua istruzione sarà probabilmente affidata ad un educatore privato.

Subissata dalle critiche, la sceneggiatrice era tornata sui social per porgere delle doverose scuse: “Mi dispiace per il tweet insensibile. Mi scuso per le mie azioni e le mie parole offensive”. Parole, però, che non le hanno evitato una sospensione a tempo indeterminato dallo show.

La difesa di Barron Trump, dalla Clinton alla Lewinski

In difesa del giovanissimo Barron era, al contempo, scesa in campo Chelsea Clinton, figlia di Hillary e Bill, che aveva scritto su twitter: “Barron Trump ha il diritto di essere un bambino. Essere dalla parte di tutti i bambini significa anche opporsi alle politiche del Presidente che danneggiano i bambini”. Dopo poco, si era associata alla sua voce anche Monica Lewinski, che da anni ormai si batte in prima linea contro il cyberbullismo.: “Tutti i ragazzi devono essere protetti dalle prese in giro e dal bullismo, incluso Barron Trump”.

Sta di fatto che la Casa Bianca ha ritenuto opportuno un intervento a gamba tesa in nome di una corretta crescita del piccolo di casa Trump, anche perché al momento Barron e suo madre non si trasferiranno ancora alla Casa Bianca. Entrambi vivono nel loro attico di lusso a New York, in modo che il ragazzo possa continuare a frequentare la prestigiosa scuola elementare privata nell'Upper West Side.

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