Barbara D’Urso: “Fabrizio Corona mi ha chiesto di non parlare più di lui”
Fabrizio Corona ora chiede il silenzio. È quanto ha appena annunciato Barbara D'Urso nella puntata di "Pomeriggio 5". Dopo essere stato lui stesso a chiedere al programma di Canale 5 e alla sua conduttrice visibilità sulle sue vicende processuali, ora Corona chiede, attraverso il suo avvocato, che non si parli più di lui. Sulla scelta, pesa ovviamente la recentissima decisione della Cassazione, per la quale l'ex re dei paparazzi non ha alcun diritto a uno sconto della pena dai 13 e mezzo ai 9, come inizialmente era stato previsto dalla decisione del Gip di Milano pronunciata il 10 febbraio.
In attesa del comunicato rilasciato dai legali di Corona sul silenzio stampa, che verrà diffuso a tutti i media, ecco la dichiarazione della D'Urso:
Ho sentito l'avvocato di Corona, per rispetto non riporterò quello che mi ha detto. Posso solo dire che come in passato mi ha chiesto di parlare di lui, ora mi chiede di non farlo più. Fabrizio chiede il silenzio. Diffonderanno presto un comunicato.
Nei giorni precedenti alla sentenza, era stata proprio Corona a scrivere diverse lettere alla D'Urso per sensibilizzare il pubblico (e la magistratura?) sui suoi problemi legali, peraltro mettendo fine agli scontri che avevano contraddistinto in passato il suo rapporto con la conduttrice di Canale 5:
Da quando sono in carcere ti seguo, addirittura ti studio e sono riuscito a capire molto più di te adesso che nel periodo in cui eravamo amici e ci volevamo bene. (…) Sono diventato me stesso e ti chiedo scusa perché adesso so che sono stato io a sbagliare con te, senza rendermi conto del fatto che c’era un limite che non andava superato. (…) Forse è questo quello che ci ha uniti e vorrei che tornassimo al rapporto di un tempo, al momento in cui mi volevi bene e permettevi a me di volertene.
Dopo queste parole, la richiesta del più totale silenzio. Probabilmente, dopo il duro colpo subito al giudizio della Cassazione, ogni speranza, anche la più flebile, è tramontata.
