“Io la vittima, Canfora mi ha tradita”, la D’Urso smentisce
Aggiornamento: dopo le polemiche scatenate dalla presunta intervista de La Stampa, Barbara D'Urso smentisce e su Facebook spiega di non aver mai parlato col quotidiano piemontese:
Non ho MAI e dico MAI detto ciò che leggete sopra……le uniche parole vere sono quelle dette dal mio avvocato. !!! Non ho parlato per 7anni e non intendo farlo certamente adesso! Dignità e Riservatezza innanzitutto. #verità #correttezza #silenzio #nonparlo#dignita' #rispetto #donne #onestà #giustizia #ilcielosa
Barbara D’Urso risponde alla polemica avanzata dall’ex marito Michele Carfora in relazione ai 40 mila euro di alimenti che l’uomo non avrebbe mai percepito da parte della conduttrice. Indagata ma intenzionata a difendersi, la conduttrice si dichiara vittima di questa storia perché sarebbe stato proprio il suo ex a tradirla e non il contrario. Ecco quanto ha dichiarato in un’intervista rilasciata a La Stampa:
Non sono il carnefice, ma la vittima. Lui mi ha tradita e si è rifatto una vita con un'altra donna, dalla quale ha avuto anche una figlia. Dico no a passare per una che non rispetta la legge e non paga gli alimenti, proprio io, che mi batto sempre in nome della giustizia per difendere le donne vittime dei soprusi.
Rincara la dose il suo legale Paolo Colosimo che parla della contestazione di un reato che non avrebbe fondamento alcuno e ne chiede l’immediata archiviazione:
Michele Carfora è proprietario di beni immobili personali, svolge un'attività artistica di rilievo con relativo guadagno e convive da anni un'altra donna dalla quale ha avuto una bambina. È attualmente pendente, presso la Corte d'Appello di Roma, ricorso in appello – prosegue – avverso la sentenza del Tribunale di Roma che, a margine di un pronunciamento sulla cessazione degli effetti civili del matrimonio religioso tra Carfora e d'Urso, ha stabilito l'obbligo per l'ex moglie di corrispondere al Carfora un contributo al suo mantenimento pari a euro mille mensili, a decorrere dalla sentenza di scioglimento del vincolo. In sede di separazione personale, peraltro, le parti avevano consensualmente convenuto che ciascuna provvedesse autonomamente al proprio mantenimento. Pertanto il richiamo al reato previsto e punito dall'art 570 codice penale si appalesa del tutto privo di fondamento ragion per cui, l'asserita ‘notizia di reato' appare meritevole di immediata archiviazione.
L’ultima parola spetta al Tribunale.