Bebe Vio e il sogno di diventare mamma: “Adotterò un figlio. Che sia nero, cinese o amputato”
La copertina di Rolling Stone dedicata a una splendida ventenne, simbolo dei nostri tempi. È Bebe Vio la protagonista di questa settimana con la sua storia e il richiamo al tema vaccini, così tanto ricorrente nella sua vita. Aveva 11 anni quando i genitori chiesero al pediatra se fosse il caso di vaccinarla contro la meningite e lui rispose di lasciar perdere. Un anno dopo Bebe si ammalò della forma più grave e spietata, in ospedale lottò per 104 giorni contro la morte: vinse, ma perse gli avambracci e le gambe. Non sarebbe accaduto se quel pediatra, un anno prima, avesse detto: "vaccinatela".
Ma Bebe Vio non si è mai arresa e ad oggi, 20enne da poco, ha fatto anche una folta lista di cose da voler fare prima dei 30 anni: “Vincere l’oro a Tokyo, sia individuale sia a squadre, vorrei creare il para pentathlon, andare ai Giochi nel 2024 e portare a Milano quelli 2028, facendo parte del comitato organizzativo. E sono seria quando dico che a ottobre 2028 voglio candidarmi come presidente del CONI e unire le federazioni olimpica e paralimpica, come già succede nella scherma. Dovrebbe essere così per tutti gli sport, Totti dovrebbe allenarsi ogni tanto con la nazionale calcio amputati”.
Per quanto riguarda la vita privata, la Vio ha le idee chiare: vorrà adottare dei figli. Contro qualsiasi tipo di critica e di offesa online sa di non essere immune, "io purtroppo la cura per l’ignoranza non ce l’ho”, ma è certa di saper e voler affrontare la sfida per diventare mamma:
So solo che vorrei adottare dei bambini, che ne so, uno nero, uno cinese, uno amputato. Mi piacciono i bambini, so quanto nella vita conti avere una famiglia che funziona bene e vorrei dare loro questa opportunità.