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Ben Affleck: “Non mi imbarazza parlare della dipendenza dall’alcol, non sono un modello di virtù”

Ben Affleck parla apertamente della dipendenza dall’alcol che per anni ha tenuto banco sugli organi di stampa, in merito alle notizie che lo riguardano. L’attore, che ha visto naufragare il suo matrimonio con la moglie Jennifer Garner, annuncia di essere pronto a parlane apertamente: “Non mi imbarazza. Non sono un modello di virtù”.
A cura di Stefania Rocco
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Intervistato da Repubblica in occasione della presentazione del film d’azione Triple Frontier, kolossal di Netflix, Ben Affleck affronta apertamente il tema della dipendenza dall’alcol, una problematica che lo ha afflitto per anni fino a fa naufragare il suo matrimonio con Jennifer Garner. L’attore, tra i volti più noti e richiesti a Hollywood, ammette apertamente la sua dipendenza.

Il rifiuto a incarnare un modello

Affleck si rifiuta di incarnare un modello, probabilmente sulla scorta di quanto sperimentato negli ultimi anni. Non lo imbarazza, però, parlare del problema che ha rischiato di distruggere la sua vita privata, con effetti incalcolabili sulla sua carriera: “Beh io sono in una posizione in cui non ho davvero una scelta sul fatto che ciò che mi riguarda diventi pubblico o no. Così cerco di trasformarlo nel meglio che posso. Detto questo io non mi vedo come un modello di virtù morale o un grande esempio per gli altri. Penso però che ci sia qualcosa da dire per affrontare e lottare contro alcuni tabù che portano una macchia orribile sulla tua immagine”. Affleck allarga il discorso delle dipendenze, estendendolo a campi più ampi:

Vale per chi lotta con ogni tipo di dipendenza, stiamo vedendo sempre più la dipendenza in così tanti momenti della vita: che si tratti di droghe, di sostanze chimiche, di gioco d'azzardo, di sesso, di cibo, internet, il cellulare. Ci sono molti posti in cui scappare, premere un bottone e lasciar andare la serotonina. La mia dipendenza non è una cosa di cui mi sento particolarmente imbarazzato a parlare. Ma quello che chiedo è che questa sia vista solo come una parte della mia vita. Non è tutto di me. Non è tutta la storia. Ma non mi tiro neanche indietro nel parlarne. È buono avere il coraggio di affrontare i tabu ed è buono che esserne capace di parlarne. Oggi si parla pubblicamente di casi di dipendenza, malattia mentale o abuso sessuale, finalmente la società e la cultura non li vede più attraverso il prisma della colpa e della vergogna, oggi le cose stanno cambiando. E più ne discuteremo e più potremo affrontarle con maggiore empatia, aiutarci gli uni con gli altri.

La carriera dell’ex ragazzo d’oro di Hollywood

La carriera di Affleck è partita a razzo, portandolo in cima alla vetta in pochi anni. È stato a quel punto, però, che ha compreso che ad ancorarlo a se stesso non sarebbero stati i successi, ma la famiglia: “All'inizio ero così pieno di slancio, pensavo che se mi avessero dato una possibilità, beh avrei buttato già le porte per cambiare le cose, sentivo di avevo qualcosa da esprimere. E poi le occasioni sono arrivate, sempre più grandi e belle e sono andato avanti come un treno, concentrandomi solo su quello. Poi ho capito però che la vita non è raggiungere una serie di traguardi, ma invece costruire un'esistenza che abbia uno più scopo profondo: per me è stata la famiglia”.

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