video suggerito
video suggerito

Benigni: “Mia moglie è una benedizione, non riesco a immaginare una donna che non sia lei”

“Non riesco a immaginare un altro volto, un altro respiro che non sia il suo”: così Roberto Benigni parla della moglie Nicoletta Braschi, l’unica donna della sua vita.
A cura di Stefania Rocco
122 CONDIVISIONI
Immagine
Video thumbnail

C’è un momento nel quale un individuo traccia un bilancio della propria esistenza: i grandi successi, le delusioni e l’amore, quello vero, forse l’unico. Nella vita di Roberto Benigni, genio del cinema italiano, quell’amore porta un sole nome: quello della moglie Nicoletta Braschi. Oggi 56enne, l’attrice è stata l’unica donna della quale il maestro si sia innamorato davvero. La conobbe nel 1983 sul set del film “Tu mi turbi”, per poi sposarla 8 anni dopo. Nicoletta è stata una costante nella vita di Roberto, oltre che la protagonista femminile di quasi tutti i suoi film.

È il suo ingresso nella mia vita, c'è un prima e dopo di lei – racconta a Vanity Fair – Nel prima, tutto era farsa: la commedia senza la presenza femminile è come una vita a metà, non la si può concepire. Da allora, abbiamo fatto tutto insieme come una compagnia teatrale, è stata sua l'idea di darci libertà producendo noi i nostri film. Mi ha dato verità. Mentre volavo, mi ha riportato con i piedi per  terra, e io non riesco a immaginare un altro volto, un'altra presenza, un altro respiro che non sia lei. Per me è una benedizione. Lo è stata davvero.

Insieme sul set come nella vita, Benigni e la Braschi non si sono mai separati. Solo una volta l’attrice non lo accompagnò:

Solo una volta non mi seguì. Fu per un'influenza. Eravamo invitati da papa Giovanni Paolo II alla proiezione della Vita è bella in Vaticano. Qualche tempo prima per averlo chiamato "Wojtilaccio" finii in processo per oltraggio alla religione di stato e vilipendio, e fui condannato a pagare un milione di multa alla Santa Sede, ma lui neanche se lo ricordava. C'erano una quarantina di suore polacche elegantissime, qualche cardinale, pioveva, e quando lui arrivò in pantofole rosse, intorno si alzò come una ola divina. "E la moglie?", mi chiese. "Eravamo a Los Angeles e lì è rimasta, il medico le ha detto che stava talmente male da non poter rientrare, neanche l'avesse chiesto il Papa". Ero serio, scoppiò a ridere, poi finita la proiezione rimase in silenzio e mi disse: "Mi hai fatto piangere, c'è tutta la mia vita lì dentro.

La malattia di Massimo Troisi

Benigni ricorda l’amico Massimo Troisi, altro genio del cinema. Si conobbero sul set da giovanissimi e quell’alchimia sviluppatasi tra loro fece in modo che la morte di Massimo lasciasse un vuoto incolmabile nella vita dell’amico:

Aveva questo problema al cuore, e questo ticchettio che si sentiva sempre, quando eravamo insieme, e ti veniva voglia di abbracciarlo. Portava negli occhi un senso tragico, come se profondamente sapesse che la sua vita avrebbe avuto un termine inaspettato.

122 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views