Bianca Balti: “Legalizziamo la prostituzione: è l’unica attivita’ completamente esentasse!”
La top model italiana Bianca Balti, dopo essersi espressa sulla mercificazione dell'immagine della donna in Italia, torna sulla questione in un'intervista sul settimanale "A" dove parla di escort e prostitute e dell'Italia di cui vorrebbe andare fiera e alla quale sente di appartenere. La Monnalisa dello spot Tim, nel riflettere su analogie e differenze tra escort e prostitute, si schiera apertamente per la legalizzazione della prostituzione, ma le motivazioni della sua propensione son presto che chiarite:
Non capisco perche’ l’unica attivita’ completamente esentasse debba essere andare a pu***ne
Inoltre le prostitute hanno per la Balti consapevolezza del loro mestiere e di ciò che fanno ( crediamo si riferisca a chi fa per sua scelta tale "mestiere") e cosa impedisce quindi la trasformazione di tale attività da illegale a legale, quando la concessione del proprio corpo è frutto di una scelta di vita personale e non sottoposta a costrizioni o influenze? Ovviamente, qualora la prostituzione diventasse legale, si aprirebbe intorno ad essa un giro fiscale non indifferente e il piacere a pagamento darebbe da mangiare allo stato, senza più vivere alle sue spalle. Insomma, la prostituzione in quanto attività consapevole e constatata, un lavoro insomma, merita più dell'uso che le escort fanno del loro corpo, che porta Bianca a dire "Meglio prostitute che escort".
La prostituzione è un'attività fine a se stessa, apparentemente, mentre l'escort prostituisce il suo corpo per secondi fini, quello cioè di farsi mantenere, di guadagnare con facilità e magari di ritagliarsi un posticino nel mondo dello spettacolo. La scelta di essere escort svilisce le capacità di chi la intraprende, poichè potrebbe benissimo "…avere una vita splendida, innamorarsi. costruire qualcosa e lavorare come tutti", dice la Balti, che non solo disprezza tale via di perseguimento della realizzazione personale, ma critica l'immagine della escort in quanto ragazze che si credono dame solo perchè vanno con uomini di potere. Il sistema delle olgettine, continua la Balti, non solo intacca la dignità di queste donne, ma alimenta ancora di più l'idea che sia necessaria disponibilità di un certo tipo per ottenere lavoro, mettendo da parte prerequisiti come talento e capacità che dovrebbero invece alimentare il mercato.