Brigitte Bardot multata per la sesta volta per incitamento all’odio razziale
Stando a quanto riportato dal New York Post, Brigitte Bardot è stata multata per 20 mila euro da un tribunale francese per incitamento all'odio razziale. Il fatto avviene a distanza di due anni dalla lettera firmata dalla nota attrice in cui definiva gli abitanti dell'isola di Réunion, che si trova nell'Oceano Indiano, dei "selvaggi degenerati". In seguito alla diffusione della lettera che in Francia creò non poco scalpore, fu multato anche il suo agente Bruno Jacquelin.
La lettera per cui è stata multata
Dopo una carriera florida nel mondo del cinema e della moda, la diva sono ormai diversi anni che ha fatto sentire la sua voce in veste di attivista per i diritti degli animali, di cui si occupa dai primi anni del Duemila. Nella missiva in questione, che le avrebbe portato l'ennesima multa, la Bardot dichiarava che i residenti dell'isola di Rèunion adottassero delle modalità abominevoli di macellazione del bestiame, nel caso specifico delle capre. Nella lettera, quindi, secondo l'Agence France-Presse vengono definiti "indigeni che hanno conservato i loro geni selvaggi" e "una popolazione degenerata ancora intrisa di barbare tradizioni ancestrali" con un assunto finale secondo cui questa popolazione evoca il "cannibalismo dei secoli passati". L'attrice in passato aveva anche spiegato il suo attivismo dicendo: "Non mi interessa apparire conservatrice e goffa cerco solo di placare la mia anima e proteggere gli animali".
I commenti contro l'Islam
Le precedenti multe che le sono state affibbiate, però, riguardano i commenti che la Bardot ha rivolto ai proseliti dell'Islam. Nel 2008 ha dovuto pagare 15mila perché in una lettera scritta a Nicolàs Sarkozy, sempre inerente alla macellazione degli animali, si rivolgeva ai musulmani in questi termini: "questa popolazione che ci sta distruggendo, distruggendo il nostro Paese imponendo i suoi atti". A questa, poi, si aggiungono altre due multe che, però, sono da ricondurre a quanto scritto nei due libri dell'icona francese, ovvero Le carré de Pluton e Un cri dans le silenc, il secondo pubblicato nel 2003. In difesa delle sue affermazioni, in tribunale, dichiarò che il suo intento non era quello di ferire qualcuno, in special modo i musulmani, per poi aggiungere: "penso che ci siano alcuni che sono molto buoni e alcuni teppisti, come ovunque".