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Calendario Pirelli 2016, Serena Williams e Patti Smith muse dell’addio al nudo

Niente nudo e un inno al femminismo, ecco la sintesi del nuovo Calendario Pirelli del 2016. La fotografa, che aveva già realizzato l’edizione 2000 spiega: ” l’idea è di fotografare donne che in qualche modo si sono distinte”.
A cura di Par. And.
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Il calendario Pirelli 2016 si presenta in una veste che sovverte completamente le logiche sulle quali si fondava il simbolo dei tempi che, da 43 anni, detta legge quanto a rilievo mediatico. Quest'anno la logica è stata deltutto rivoltata e, ad essere ritratte, sono state donne espressione di successo, nel mondo della musica, dello sport, dell'intrattenimento e della danza. Niente nudo, ma un inno al femminismo, dietro l'obiettivo la nota Anna Liebovitz, l'artista statunitense che si è occupata di ritrarre personaggi del calibro di Serena Williams, Patti Smith e Amy Shumer. Non è la prima volta per lei, che aveva già realizzato l'ambito calendario Pirelli nel 2000, quando aveva immortalato le danzatrici del corpo di ballo del coreografo Mark Morris.

Pirelli dice addio al nudo

La scelta di eliminare il nudo e di optare per un aspetto molto più naturalista e privo di elementi accessori, in controtendenza con quanto gli scatti Pirelli avevan sempre professato, era stata già presa all'inizio degli anni '70 oltre che nel nuovo millennio, ben tre volte: nel 2002, nel 2008 e nel 2013. Quella di quest'anno è nettamente differente dallo stile dell'edizione 2015, e sembra d'altronde essere una decisione in piena affinità ai soggetti scelti, per quanto la Williams e la Shumer, ad esempio, simostrino senza veli, ma del tutto coperte. E d'altronde la scelta stilistica è stata motivata proprio dalla Leibovitz:

Quando Pirelli mi ha contattato mi hanno detto che desideravano intraprendere un percorso diverso rispetto al passato. Hanno suggerito l'idea di fotografare donne che in qualche modo si sono distinte. Ci siamo trovati d'accordo, l'obiettivo successivo è stato quello di essere molto diretta. Volevo che le fotografie mostrassero le donne esattamente come sono, senza artifici

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