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Carlo Verdone racconta i suoi disturbi d’ansia: “Li ho superati, non ho più problemi”

L’attore racconta la sua storia da paziente: “Non ho più l’ansia e non ho più paura dell’aereo. Il mio lavoro può aiutare l’animo umano”.
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Follia, ansia, depressioni. Quante volte Carlo Verdone ha indagato, seppure con molta ironia, temi che in realtà al centro delle problematiche di molte persone. Lo ha fatto perché lui stesso ci è passato, subendo diversi fenomeni di tipo depressivo-ansioso. Così, al Congresso della Sopsi, la Società italiana di psicopatologia, è proprio l'attore e regista romano ad aprire e inaugurare i dibattiti fino al 24 febbraio al Rome Cavalieri, Waldorf Astoria di Roma.

Il lavoro di Carlo Verdone

In fondo che cos'è un comico se non una sorta di psichiatra, di psicoanalista in grado di mettere in condizione lo spettatore-paziente di rilassarsi, di indagarsi allo stesso punto, ridere dei suoi difetti, dei suoi vizi e delle sue virtù. Con le dovute distanze, Carlo Verdone propone il paragone.

Il mio lavoro può essere inteso come un piccolo parallelismo con quello che svolgono psicoanalisti e psichiatri. Il comune denominatore tra il mio lavoro e il vostro è che entrambi studiamo l'animo umano. Voi lo rimettete a posto, io lo rappresento attraverso tic e difetti, far ridere la gente.

L'ansia e le paura dell'aereo

A questo punto, il regista racconta la sua storia da paziente. Ha lavorato su se stesso, ammette di aver combattuto contro disturbi d'ansia e contro la paura dell'aereo. Sentiva una specie di adrenalina, questa incalanata bene, diventa un punto di forza.

Non ho più l'ansia e questo per me in parte è un problema. Non ho più paura neppure dell'aereo. L'ansia era una specie di adrenalina in più, incanalata bene è un  turbo nella vita. Si soffriva da una parte, ma era qualcosa di importante se immagazzinata in modo giusto.

Maledetto il giorno che t'ho incontrato

Nella grande carriera di Carlo Verdone, "Maledetto il giorno che t'ho incontrato" è stato per lui il film più autobiografico sul tema. È la storia di Bernardo, giornalista romano che frequenta un analista dopo essere stato lasciato. Depressione e ipocondria sono parte di lui, durante le sedute incontrerà Camilla, attrice complessata, innamorata dell'analista, che fa uso di antidepressivi e ansiolitici. Tra loro nascerà una profonda amicizia che diventerà amore. Per lui ha rappresentato un punto di svolta: "Da quel momento è cambiato tutto, quel film dice molto di me". 

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