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Che l’indignazione di Melissa Satta contro i cori razzisti non rimanga sola

La fidanzata di Kevin Prince Boateng ha espresso tutto il suo disappunto su Twitter per i cori razzisti contro il calciatore del Milan. La showgirl è intervenuta perché colpita al cuore, ma è importante che la sua lotta possa servire da sprone a ricordarci quanto sia ignobile e vergognoso il razzismo per il colore della pelle, soprattutto in ambito sportivo.
A cura di Laura Balbi
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La fidanzata di Kevin Prince Boateng ha espresso tutto il suo disappunto su Twitter per i cori razzisti contro il calciatore del Milan. La showgirl è intervenuta perché colpita al cuore, ma è importante che la sua lotta possa servire da sprone a ricordarci quanto sia ignobile e vergognoso il razzismo.

In alcuni aspetti i sostenitori del mondo del calcio sembrano essere rimasti all'età della pietra per l'arretratezza di idee che si trasformano in gesti deplorevoli. I cori razzisti della partita amichevole Pro Patria – Milan ne sono un esempio lampante. Ancora una volta protagonisti un gruppo di ignoranti della provincia italiana, dove le menti chiuse trovano pane per i loro denti ad alimentarsi di ulteriore pochezza. Uno stop ai cori razzisti arriva forte e chiaro non solo dal mondo dello sport e dalla stessa squadra protagonista, il Milan ha abbandonato la partita ancora in corso, ma anche da personaggi del mondo dello spettacolo più o meno coinvolti.

I cori razzisti contro i giocatori Boateng, Niang e Muntari diventano cassa di risonanza non appena ne parla Melissa Satta su Twitter, pronta a ribadire la vergogna e lo schifo nei confronti degli stupidi insultatori. A darle manforte arriva anche Guendalina Canessa, che sottolinea la parola "ignorante", miglior appellativo per chi sa fare dell'offesa l'unica arma a propria disposizione in assenza di una dialettica adeguata. Melissa e Guendalina grazie alla loro notorietà si fanno portavoce di un grido forte che troppe volte è rimasto inascoltato, di una lotta contro il razzismo che sembra ormai lasciata ai margini delle cose per cui vale la pena far sentire la propria voce, ma che mai come in questo momento è attuale.

Ebbene alla gentaglia presente a Busto Arsizio per l'amichevole non resta che dire di provare a impegnare le proprie energie in argomenti non per forza più nobili, ma quanto meno per cui valga la pena fare voce grossa, nell'auspicio che cori razzisti contro i calciatori di colore, o tra le tifoserie rivali restino prerogativa di gruppi di balordi sempre più isolati ed emarginati. A ricordare agli ignoranti teste calde di essere solo gruppi sporadici e ai limiti della società civile nell'accezione positiva del termine, non restino isolati solo i post di indignazione di Melissa e Guendalina, ma la voce forte e chiara di tutti noi.

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