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Chi era Paola Toeschi, la moglie di Dodi Battaglia e madre della loro figlia Sofia

Chi era la moglie del cantante e chitarrista dei Pooh, deceduta a soli 51 anni dopo una lunga malattia. Terza moglie di Dodi Battaglia, gli aveva dato la figlia Sofia nel 2005. Nel 2010, le era stato diagnosticato per la prima volta un tumore al cervello: aveva raccontato la sua lunga lotta nel libro autobiografico Più forte del male. “Non ho più nessun timore”, aveva dichiarato.
A cura di Valeria Morini
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"È con straziante dolore che vi comunico che questa mattina mia moglie Paola ci ha lasciati dopo una lunga malattia". Così Dodi Battaglia ha comunicato la tragica scomparsa di Paola Toeschi, la donna che era al suo fianco da molti anni e che è morta a soli 51 anni il 6 settembre. Sua terza moglie, mamma di sua figlia Sofia, aveva raccontato il suo calvario in un libro autobiografico. Per il chitarrista e cantante dei Pooh è stato il secondo lutto in pochi mesi, dopo la morte di Stefano D'Orazio.

Chi era Paola Toeschi

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Originaria di Borgomanero (Novara), Paola viveva con il marito e la figlia a Bologna ed era un'attrice, nota soprattutto per aver lavorato nella pubblicità. Dopo i matrimoni con Louise Van Buren (da cui ha avuto Sara Elisabeth e Serena Grace) e con Alessandra Merluzzi e – in mezzo – la relaziona con Loretta Lanfredi (mamma di suo figlio Daniele), Battaglia l'ha sposata nel 2011, dopo diversi anni insieme. Nel 2005, è nata la loro figlia Sofia.

La malattia raccontata in un libro

Nel 2010, la terribile scoperta: a Paola Toeschi è stato diagnosticato un tumore al cervello. Circondata dall'amore della sua famiglia, ha lottato tra terapie e operazioni chirurgiche, fino a una prima guarigione. Ha raccontato il suo durissimo percorso nel libro Più forte del male. "Era ottobre 2010. Fino alla sera prima stavo bene, il mattino dopo la crisi e la diagnosi: tumore al cervello. Il mondo ti cade addosso", aveva raccontato alla Stampa nel 2015, "Pensavo a mia figlia, che era piccolina e sarebbe rimasta sola, e mi chiedevo perché fosse capitato a me".

La scoperta della fede

Paola aveva trovato un enorme conforto nella fede, specialmente dopo un pellegrinaggio a Medjugorje. "Non ero una credente, o meglio avevo una fede superficiale", aveva raccontato, "Poi un giorno, dopo l’intervento, leggo il libro di uno psichiatra francese, David Servan-Schreiber, che consigliava la preghiera come strumento terapeutico: scandisce il tuo respiro, ti aiuta a tranquillizzarti. È quello che ho fatto, in modo molto banale, mi aiutava a stare meglio. [A Medjugorje] Ci sono andata la prima volta nel giugno del 2013, non so cosa mi sia successo. So però che da quel momento ho iniziato ad avere una gioia intensa, quel luogo mi ha trasmesso un’energia enorme. Ho iniziato a pregare, a ringraziare la Madonna per il regalo che mi aveva dato. Ho ringraziato per la malattia, perché se non ci fosse stata non avrei potuto avere questa esperienza". Allora, raccontò di non essere guarita completamente dal punto di vista fisico, e di dover "continuare a tenere sotto controllo i residui tumorali". Purtroppo, la malattia alla fine non le ha lasciato scampo. Aveva però detto: "Sono totalmente guarita sotto il profilo spirituale, è cambiata la mia mentalità, ormai non ho più nessun timore".

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