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Festival di Sanremo 2020

Christian De Sica e i debiti di gioco del padre: “Ero senza una lira, avevo i crampi per la fame”

Ospite della serata conclusiva del Festival di Sanremo 2020 è Christian De Sica. Negli ultimi anni, il figlio del grande Vittorio, ha rivelato alcuni aneddoti della sua vita privata che mai erano stati resi noti, come ad esempio il fatto che il padre fosse un grande giocatore d’azzardo e che i suoi inizi nel mondo del cinema furono tutt’altro che floridi. Dopo un lungo periodo di ristrettezze economiche per ripagare i debiti del padre, furono i cinepanettoni a ridargli sollievo.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra gli ospiti della quinta puntata del Festival di Sanremo 2020 ci sarà anche Christian De Sica. L'attore romano, che sul finire del 2019 è stato protagonista del film "Sono solo fantasmi" insieme a Carlo Buccirosso e Gianmarco Tognazzi, salirà sul palco dell'Ariston dove potrà ripercorrere i momenti più significativi della sua carriera che, almeno agli inizi, non è stata per niente semplice, dal momento che il padre Vittorio De Sica, alla sua morta aveva lasciato la famiglia immersa nei debiti di gioco.

I debiti di gioco di Vittorio De Sica

Dopo tanti anni di carriera sono davvero pochi gli aneddoti riguardanti la vita di Christian De Sica che non siano stati raccontati in numerose interviste, momenti che riguardano non solo la attività nel mondo del cinema, costellata di grandi e memorabili successi, ma che attingano anche dalla sua storia personale. Proprio ultimamente Christian De Sica ha riportato alla mente quegli inizi così complicati, sebbene tutti pensassero che essendo il figlio di uno dei grandi nomi del cinema italiano, la sua vita fosse tutta in discesa. L'attore ha dovuto smentire queste credenze, ricordando i primi anni insieme a sua moglie, Silvia Verdone, in un'intervista di qualche anno fa al Fatto Quotidiano, dove ha svelato che il padre era solito giocare i suoi averi al casinò:

Io e Silvia mia moglie abbiamo proprio sentito i crampi allo stomaco. Quando ci siamo conosciuti mio padre era morto da poco, io ero senza una lira in tasca, solo i debiti precedenti. Che fame. All’epoca saltavamo i pasti, e pensare che vengo da una famiglia all’antica, dove dovevamo stare tutti a tavola e si mangiava dal l’antipasto al gelato. Sempre. Infatti superavo i cento chili, avevo un po’di pancia, insomma ero grassottello. E da bravo figlio di borghesi andavo a scuola con l’autista. Mentre i primi tempi con Silvia una vera tragedia economica, l’esatto opposto. Una volta giravo un film in Francia, e parliamo della fine degli Settanta, a colazione ci davano due uova con la pancetta, io le prendevo e le davo a mia moglie. Per me era il digiuno.

I cinepanettoni lo hanno salvato

Ricordi che sono sopraggiunti anche nella chiacchierata consumatasi nel salotto di Domenica In. A salvarlo da questo periodo di stenti, furono proprio i cinepanettoni. Un genere amato e odiato dal pubblico che, però, soprattutto agli inizi degli Anni Ottanta si è rivelato essere una fonte di sostentamento e di guadagno, tanto è vero che dopo aver visto "Vacanze di Natale", l'attore avrebbe detto alla moglie: "A ridosso della fine della proiezione, dopo aver visto il numero di presenti e le risate della sala, guardai Silvia e le dissi: Da oggi se magna". L'amore per lo spettacolo era insito in lui sin da ragazzo, tanto che ha dichiarato più volte di avere una grande passione per la musica:

Io ero iscritto all’Università, mio padre Vittorio si vantava di questo, ma per fortuna non ho continuato perché di nascosto con mia madre facevo le serate nelle feste di piazza, il batterista era Massimo Boldi. Meno male che ho fatto così, se avessi continuato a fare l’università sarei stato un fallito. Mio padre era un giocatore, si giocava tutto. Non ci ho sofferto, alla fine si è divertito e ha fatto bene… mi ha lasciato tante altre cose, non con i soldi ma più importanti. Lui diceva di goderci ogni istante della nostra vita perché passa. ‘Goditi ogni istante perché la vita è bella’, diceva.

L'intuizione di Maurizio Costanzo

Ma a farlo diventare Christian De Sica, come lo conosciamo noi oggi, è stata un'intuizione di Maurizio Costanzo, che aveva già intuito quale personaggio potesse regalargli il successo e renderlo famoso ovunque, e non per la parentela, ma per le sue capacità: "Lavoravamo al varietà del sabato sera, a un certo punto, durante una chiacchierata, ha sentenziato: ‘A te non crederanno mai come uomo democratico, con questa faccia, queste espressioni e fisico, non è plausibile. Tu devi puntare al ruolo di figlio di papà, tutti penseranno che sei uno stronzo e ti noteranno". 

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