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Claudia Koll: “Lo yoga e la meditazione mi hanno esposto agli attacchi del demonio”

In un’intervista a “Radio Mir Medjugorje”, l’attrice ha raccontato di come lo yoga e le tecniche di meditazione orientale, apprese in seguito al suo lavoro nel mondo dello spettacolo, l’abbiano resa più vulnerabile agli attacchi del demonio, determinandone in seguito la conversione.
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Claudia Koll, attrice

Negli ultimi anni, Claudia Koll ha fatto parlare di sé non solo per il suo lavoro di attrice, ma soprattutto per la sua conversione religiosa, avvenuta nel 2000, della quale ha spesso discusso in vari salotti televisivi. Recentemente l'attrice, che negli anni '90 aveva interpretato il ruolo di Diana in "Così fan tutte" di Tinto Brass, ha concesso un'intervista a "Radio Mir Medjugorje", nella quale ha raccontato altri dettagli sul suo incontro con la fede e sul suo radicale cambio di vita.

La Koll, il cui vero nome è Claudia Colacione, ha raccontato la sua infanzia, la difficoltà di crescere senza la madre, morta nel darla alla luce, la vita con la nonna, la scuola e le crisi di identità adolescenziali. Crisi che successivamente sembrava aver risolto, grazie anche al suo lavoro nel mondo del cinema. In un primo momento, infatti, le era sembrato che gli esercizi yoga e le tecniche di meditazione orientale, apprese in seguito al suo ruolo di attrice, le avessero permesso di raggiungere un equilibrio interiore mai sperimentato prima, ma, con il passare del tempo, i dilemmi esistenziali sono riapparsi e così l'attrice si è convinta che le pratiche a cui si sottoponeva la rendessero più vulnerabile agli attacchi del demonio:

“Mi trovavo in una situazione difficile, in cui né il denaro ne il potere né nessuno mi poteva aiutare in alcun modo. Ero impotente di fronte al maligno, che si è manifestato attraverso la pratica di meditazione orientale, che mi avevano insegnato a fare nell’ambiente dello spettacolo.”

L'attrice ha rievocato uno specifico episodio che ha profondamente determinato la sua conversione. Un giorno, nel 2000, mentre si rilassava con la meditazione, le sarebbe apparso uno spirito che diceva di volere la sua morte. La cosa, ovviamente, le procurò una grande agitazione e la spinse ad invocare Dio:

"Ricordo che ero disperata, non sapevo cosa fare. Camminavo su e giù per la stanza. Ad un certo punto mi sono rivolta a Dio. Ho cominciato a pregare il Padre nostro stringendo in mano la croce che un amico mi aveva regalato alcuni giorni prima. Quando tutto il mio essere era rivolto a Dio ero stretta alla croce, ho sentito una liberazione. Mi sono sentita immersa in una pace profonda. E mi sono riposata in quella pace. Non sentivo più né preoccupazione, né paura, c’era solo silenzio, era un silenzio profondo che prima non conoscevo. Quel silenzio mi parlava di Dio."

In quello stesso anno, l'attrice, che si trovava a Roma per la riprese della miniserie Mediaset "L'impero", attraversò la Porta Santa della Basilica di San Pietro in occasione del Giubileo. Il senso di pace che provò in quell'occasione fu la spinta definitiva verso la sua conversione. Da quel momento in poi la Koll ha intrapreso un cammino di riavvicinamento a Dio attraverso la preghiera, la Messa e la confessione. In seguito si è dedicata alle missioni, con un primo viaggio in Etiopia del quale ha raccontato:

“Mi ricordo di un ragazzino che aveva gli occhi chiusi, non perché fosse malato ma perché non aveva acqua. I suoi occhi erano sporchi. Aveva un occhio infiammato a causa della sporcizia e gli occhi gli si erano chiusi. Gli ho pulito gli occhi con un fazzolettino umido. E mentre io gli aprivo gli occhi, il Signore li ha aperti a me. Vivevo nel lusso, avevo tappeti di grande valore, un servizio d’argento per mangiare, ma tutto questo non ha salvato la mia vita. Ed ho cominciato a vedere tutto con altri occhi ed ho compreso che dovevo dare una parte della mia ricchezza a qualcuno che non ha niente”.

Così Claudia ha fondato l'associazione di beneficenza "Opera del Padre". Inoltre dirige la "Star Rose Accademy", accademia di spettacolo fondata sui principi contenuti nella "Lettera agli Artisti" scritta da Giovanni Paolo II, attraverso la quale desidera aiutare i giovani ad entrare nel mondo dello spettacolo, senza perdersi come è accaduto a lei in passato.

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