Clio Zammatteo attacca Emirates: “Viaggiare con una bambina è una missione impossibile”
Una brutta disavventura in aereo per Clio Zammatteo, la nota fashion make-up blogger meglio conosciuta come Clio Make Up. Cosa è successo? Mentre era sul volo Emirates EK205 partito da Milano verso New York, è stata costretta a cambiare posto e a trascorrere quattro ore delle otto totali su una panca di passaggio tra il bar e il bagno a causa delle lamentele dei passeggeri per i pianti, a detta di Clio non così frequenti, della piccola Grace. Clio Zammatteo ha potuto fare leva su un pubblico fidelizzato di oltre 2 milioni di follower, scatenando un moto di indignazione nei confronti della compagnia aerea, rea di aver peccato di empatia e di aver offerto un disservizio minato da comportamenti discriminatori.
Il messaggio di Clio Zammatteo
Clio racconta, in un post fiume su Instagram, la sua disavventura. Si rivolge ai suoi follower, che in queste ore stanno commentando l'accaduto dividendosi come nelle migliori polemiche social, spiegando che dopo il pianto della bambina la hostess li invita a spostarsi nella zona bar/bagni dell'aereo.
Dopo il decollo Claudio crolla e si addormenta per un’oretta, io cerco di intrattenere Grace al meglio, sperando che a poco a poco le venga voglia di farsi un sonnellino; Grace è vispa e attiva, gioca, prova a dire qualche parolina come ogni bimbo della sua età. Mi accorgo che i suoi occhietti diventano un po’ più “da sonno” e allora decido di tenerla stretta a me per farla addormentare e lei, per qualche minuto prima di lasciarsi andare, si fa scappare qualche gridolino e un po’ di pianto, che andava lentamente a scemare. A questo punto una hostess, a suo dire responsabile del servizio in cabina, si avvicina e gentilmente mi “invita” a spostarmi con Grace dal nostro posto al retro dell’aereo, ancora più in fondo, fuori dalla cabina passeggeri, nell’area bar/bagni, dato che qualche passeggero si era lamentato del pianto di Grace. Io rimango al momento basita, visto che Grace aveva davvero pianto per una manciata di minuti, prima di addormentarsi. Claudio mi chiede cosa mi avesse detto la hostess e gli racconto dell’ ”invito” che abbiamo ricevuto, lui a questo punto chiede spiegazioni alla hostess che conferma l’invito, a suo dire “volontario”, a spostarci, al pianto di Grace, nella zona bar/bagni nel retro dell’aereo, viste le lamentele di altri passeggeri per il rumore…
Il messaggio a Emirates e ai passeggeri
Il lungo post si conclude con un messaggio diretto a Emirates, accusata di non aver trattato con la stessa uguaglianza i suoi passeggeri, mentre con i passeggeri la Zammatteo gioca la carta della morale:
Viaggiare con un bambino è difficile, ma situazioni come queste lo rendono una missione impossibile. Concludo con un messaggio chiaro e diretto a Emirates, una compagnia aerea che ho spesso utilizzato con piacere e che si colloca tra i leader del settore: i bambini hanno il diritto di viaggiare come tutti gli altri, devono ricevere lo stesso livello di cura, sicurezza e tranquillità e nel momento in cui si debba decidere tra il comfort di un passeggero e l'uguaglianza nel trattamento di tutti dovrebbe essere vostro dovere scegliere l'uguaglianza. altrimenti necessariamente si cade in situazioni umilianti e discriminatorie. Un messaggio invece al passeggero/i che si sono lamentati: da voi non si può pretendere nulla, ma un mondo senza empatia è vuoto e carico solo di odio quando una specie arriva a non proteggere i propri piccoli è la società intera a pagarne il prezzo.
Forse tutta questa polemica è un po' eccessiva? Spesso le esperienze da "passeggero" diventano davvero traumatiche quando ci sono bambini a bordo, a causa di comportamenti non proprio corretti da parte degli stessi genitori (non è certo il caso di Clio). Forse basterebbe adibire appositi settori ‘adults only' e ‘child-friendly', dividere le situazioni per assicurare un viaggio confortevole a tutti. Forse.