Cristina Donadio e il silenzio sulla malattia: “Non volevo che lo sguardo su di me cambiasse”
Il nome di Cristina Donadio è ormai tra quelli più noti nel mondo del cinema e della tv, sebbene il suo mondo sia stato ed è ancora, quello del teatro. L'attrice in un'intervista a Vanity Fair ha raccontato del periodo della malattia, che ha voluto raccontare anche in film "La scelta" che è disponibile anche su RaiPlay. "Ogni volta così che mi è successa una cosa bella, subito dopo ne aspettavo una brutta" ha rivelato l'attrice che ha raccontato apertamente del suo percorso con la malattia e di come sia riuscita a superare anche i momenti più difficili, contando su sé stessa.
La scoperta di avere un cancro
Per Cristina Donadio, la cosa più bella che le è accaduta nella vita è stata la nascita di suo figlio Antonio, anche se avendo solo 16 anni, questa gioia così grande si è trasformata in una cambiamento epocale, che ha rivoluzionato il suo percorso. La stessa rivoluzione che ha vissuto nel 2015 che, però, è stata ben più difficile da affrontare: "Quando stavo girando la seconda stagione di Gomorra, quando ero Scianèl, mi è stato diagnosticato un tumore al seno". In quel periodo, però, decise di non parlare con nessuno, non rivelare la sua malattia,
Scianèl mi ha salvato la vita e non volevo toglierle nulla. Per me era come indossare l’abito di un supereroe. Volevo lavorare come tutti gli altri, non volevo che – per amore – lo sguardo su di me cambiasse. Non volevo essere trattata in modo diverso, né che per esempio mi dicessero di non fumare. Scianèl è un’accanita fumatrice. Così quando tornavo a casa mi toglievo l’abito da supereroe e potevo vivere la mia fragilità. Ho pianto tante volte. Non c’è cosa più brutta di quando ti svegli e trovi i tuoi capelli sul cuscino, è una cicatrice che non dimentichi. La cura è un percorso duro e faticoso, e quando capita a te non sai mai cosa succede. Subito dopo che mi hanno detto della chemio ho tagliato una ciocca di capelli, li ho portati dal maestro delle parrucche, e sono tornata sul set.
La scelta, il film che parla della sua malattia
La sua storia è stata poi raccontata in un film dal titolo La scelta, con la regia di Giuseppe Alessio Nuzzo, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2019 e rielabora la paura, la sofferenza vissuta nel momento in cui si è trovata a doversi rapportare necessariamente con la malattia: "È la storia di una donna che fa l’attrice ma poteva fare qualsiasi altro mestiere. La cosa singolare è che è stato messo online proprio nei giorni in cui ho rivissuto quello stesso stato d’animo". Prima del lockdown l'attrice si è dovuta sottoporre ai controlli quinquennali, che rappresentano un momento significativo nel percorso di coloro che hanno dovuto fare i conti con la malattia:
I controlli del quinto anno. Li ho fatti giusto in tempo prima che chiudessero gli ambulatori a causa dell’emergenza Covid. Ma il cancro, purtroppo, non va in quarantena, e nemmeno in lockdown. Ora bene, fortunatamente. Anche se ogni volta che vai a fare un controllo, ti torna davanti tutto il vissuto, le fragilità tornano a galla. Succede quando hai avuto un cortocircuito, una disavventura, un sorprendente incidente di percorso, che nel mio caso era un tumore al seno
L'importanza di fermarsi
Dopo anni di lavoro continuo, di sofferenza e di impegni di ogni genere, Cristina Donadio si è dovuta fermare, come tutti, a causa del lockdown. Non è stato certamente un momento semplice, ma il doversi prendere del tempo è stato determinante per concedersi quei tanti piccoli momenti che in una vita frenetica e sempre alla ricerca di qualcosa si sono persi:
Arrivavo da tre anni di lavoro continuo, ho dovuto interrompere le prove di uno spettacolo. Ma ho trovato il lato positivo: poter assecondare la mia pigrizia, fermarmi, non fare nulla. Ho giocato a fare il piccolo fornaio. Ho la fortunata di abitare sul mare, non mi è andata poi così male. Ho avvertito la paura ma anche quel senso di fratellanza che si era venuto a creare. Fa parte del mio modo di essere, ne ho preso coscienza dopo il “cortocircuito”. Vuoi bere un bicchiere di vino? Bevilo. Di ritorno dalla chemio, preparavo spesso dei dolci anche se a causa della nausea sapevo già che non avrei potuto mangiarli. Mi sono sempre truccata e vestita al meglio, anche quando non mi andata. Ho fatto in modo di non entrare nell’ordine delle idee di essere malata, ma di stare attraversando un momento di difficoltà. Certo, il pensiero della morte c’è, ma è più forte quello di non perdere le cose belle della vita