D’Amico: “Io e Buffon venivamo da smarrimenti dolorosi. Con la Seredova rapporti distesi”
Ilaria D'Amico ha rilasciato una lunga intervista a Candida Morvillo, per il Corriere della sera. La giornalista ha parlato delle motivazioni che hanno portato lei e Gigi Buffon a desiderare di diventare genitori, poco dopo la fine delle loro precedenti relazioni:
"Quando t’innamori da adulto, l’idea di famiglia arriva molto presto. Io e Gigi, venendo da smarrimenti forti, dolorosi, avevamo il desiderio di costruire una dimensione solida. Abbiamo aspettato quasi un anno e mezzo prima che la maternità si trasformasse in un progetto solo perché dovevamo rodare le varie componenti: c’era bisogno che i bambini, i due suoi e il mio, s’integrassero con il nuovo nucleo e fra loro".
I bambini sembrano essersi subito trovati a loro agio in questa fantastica famiglia allargata. Sono stati Pietro, David Lee e Louis Thomas a scegliere il nome del nuovo arrivato:
"Il nome di Leo è stato scelto con i bimbi. Eravamo io e Gigi a proporli. Leopoldo è piaciuto perché contiene le iniziali degli altri tre: la L di Louis, la P di Pietro, la D di Dado. Mattia è stato aggiunto su proposta del primogenito di Gigi, Louis. Tutti hanno due nomi: Pietro Leone, Louis Thomas e Dado, che si chiama David Lee. Il quarto non poteva chiamarsi Mario".
Ilaria D'Amico mamma orgogliosa: "Guardo Leopoldo Mattia e penso ‘che bello che sei qua'"
Sul piccolo Leopoldo, Ilaria D'Amico ha dichiarato: "Sorride da quando è venuto al mondo. Sorriderebbe anche a lei, senza conoscerla. È un portatore sano di felicità. Dolcissimo. Lo guardo e penso: che bello che sei qua!". Infine, ha spiegato che sia lei che il portiere della Nazionale, sono dei genitori "permissivi" che tendono a comprendere. La loro serenità è dovuta anche al rapporto disteso che si è creato con il suo ex Rocco Attisani e l'ex compagna di Gigi Buffon, Alena Seredova:
"La nostra fortuna è stata che anche le loro vite si sono riorganizzate in un nuovo ordine sentimentale. Questo ha portato a rapporti distesi, dove la rabbia non ha trovato spazio o non ha avuto bisogno di esplodere. È stato un processo legato anche all’intelligenza di tutte le parti in causa".