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Daria Bignardi: “Perché un gay italiano non può nemmeno sognare di sposarsi?”

La conduttrice de “Le invasioni barbariche” prende posizione dopo i fatti della scuola di Milano, dove una professoressa ha definito le unioni omosessuali come una cosa innaturale: “A questa professoressa non affiderei i miei figli”.
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Daria Bignardi, la giornalista e conduttrice de "Le invasioni barbariche", è da sempre a favore dei diritti del mondo Gay-Lesbo-Bisex-Trans. Durante la sua carriera non ne ha mai fatto mistero ed è sempre "scesa in campo" con testimonianze, dichiarazioni distensive in favore del riconoscimento dei pieni diritti e dell'uguaglianza. Ecco allora che il suo ultimo editoriale per Vanity Fair assume ancora più forza, ma è la stessa storia ad essere incredibile e toccante. Daria scrive da Lubiana, città slovena dove da poco è stato approvato il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Quello che qui in Italia appare impossibile, destinato ad essere per sempre una chimera, appena fuori dal confine può diventare realtà.

Daria Bignardi fa riferimento ad una delle recenti notizie di cronaca, dove una professoressa di un liceo scientifico di Milano ha affisso sulla bacheca della scuola un messaggio che definiva le unioni gay come innaturali.

Io a questa professoressa i miei figli non li affiderei solo per come si esprime. Siamo gli unici in Europa, insieme alla Grecia, a non avere leggi sui diritti delle coppie gay, eppure in tutto il mondo ormai ci si sposa tra persone dello stesso sesso senza che questo metta minimamente in discussione la famiglia tradizionale. Perché una persona omosessuale in Italia non può nemmeno sognare che un giorno potrà sposarsi?

Non conta che siamo cattolici, perché anche in Spagna lo sono. Lo osserva lucidamente la conduttrice che chiosa:

Ogni coppia ha il diritto di sposarsi, se lo desidera. È solo questione di tempo e accadrà, persino da noi, perché è naturale e inevitabile che accada. Poi ci chiederemo – noi magari saremo morti, o rincoglioniti, e se lo chiederanno i nostri figli, e ci faranno dei film – come è stato possibile che un tempo fossero negati diritti tanto elementari, come facciamo se ricordiamo i tempi in cui le donne o i neri non potevano votare.
«È assurdo che sia potuto accadere», pensiamo: come è stato possibile che qualcuno potesse anche solo immaginare di negare un simile diritto a qualcuno perché donna o nero? Eh già. Come è possibile?

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