Demi Moore e la dipendenza dall’alcol, la figlia Tallulah: “Sembrava arrivasse un mostro”
Intervistata da Jada Pinkett Smith durante il format in onda su Facebook Red Table Talk, Tallulah, figlia di Bruce Willis e Demi Moore, ha deciso di raccontare gli anni durante i quali la madre ha vissuto sotto l’effetto della dipendenza da alcol. La più giovane tra le figlie dell’ex coppia hollywoodiana è uscita allo scoperto dopo avere atteso che fosse la madre la prima a farlo. Demi si è raccontata nel libro Inside Out, mettendo a nudo gli anni più difficili della sua vita, segnati dalla dipendenza dall’alcol, dallo stupro subito a 15 anni, dalla chirurgia estetica e dal rocambolesco matrimonio con Ashton Kutcher, compresi i tradimenti e l’aborto cui decise di sottoporsi all’epoca della loro relazione. “Non avevo più una carriera, nessuna relazione stabile, ero in fondo al tunnel” ha ammesso la diva, smettendo di colpo di nascondere quella parte della sua vita.
Il ricordo di Tallulah, figlia minore di Demi Moore
La versione di Tallulah conferma quanto raccontato dalla madre. La giovane donna si è concentrata soprattutto sul periodo segnato dall’abuso di alcol, quando la madre rientrava a casa ubriaca: “Era come se scomparisse il sole, come se arrivasse un mostro. Capivo che era ubriaca dai suoi occhi socchiusi, da come parlava. Ma anche perché, quando non era sobria, diventava più affettuosa. Ed io ero invasa dall’angoscia. Trattavo mia madre come una bambina. La sgridavo come una bambina. Quella non era la mamma che ci aveva cresciute”. Per tre anni, madre e figlia hanno smesso di parlarsi, riuscendo a recuperare il loro rapporto solo quando Demi ha smesso di bere.
Le versioni di Rumer e Scout, le altre figlie dell'attrice
Rumer, primogenita di Demi Moore e Bruce Willis, ha confermato quanto già raccontato dalla madre e dalla sorella: “Era terribile”. In un’occasione, ed è stata l’attrice a dar voce a questo ricordo, la ragazza fu costretta a chiamare i soccorsi perché temeva che la madre stesse per morire: “Si spaventò. Pensò che potessi morire davanti a lei, vedendomi sul pavimento”. Nemmeno la secondogenita Scout è esente da quei ricordi ma ha trovato la forza di perdonare la madre, sforzandosi di comprenderla:
Cresciamo pensando che i nostri genitori siano degli dei dell’Olimpo. Ovviamente, diventando adulte, iniziamo a renderci conto di quanto i nostri genitori siano solo persone. E va bene così”.