Dolce e Gabbana prima del successo, Domenico Dolce: “Mia madre mi chiese hai provato un uomo?”
Parlare di Domenico Dolce e Stefano Gabbana significa citare due icone della moda che hanno portato l'italianità in ogni parte del mondo. I loro abiti, la loro filosofia di vita e il loro concetto di moda sono diventati in quasi quarant'anni di carriera un segno di riconoscimento, ma prima di arrivare al successo i due stilisti ne hanno fatta di strada, come raccontano in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, in occasione della loro sfilata a Venezia.
L'inizio nella moda
Ogni grande successo porta con sé tentativi, delusioni, sconfitte, ma anche la voglia di non smettere mai di crederci fino in fondo. E forse è stata proprio quella fiammella sempre accesa che ha accomunato, fin da subito, Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Il primo, nato a Polizzi Generosa in provincia di Palermo, da padre sarto e mamma che gestiva un emporio, già immaginava di poter viaggiare e vedere tutto "ciò che non aveva visto"; l'altro cresciuto a Milano in zona Fiera, con una mamma portinaia e papà operaio, che scorrazzava sognando di andar via. Se Domenico Dolce a sei anni aveva già cucito il suo primo pantalone, Stefano Gabbana con i risparmi delle paghette, a sette anni aveva comprato la sua prima Barbie, "anzi Skipper perché non c'era quella che volevo io". Una strada già segnata, sin dall'infanzia, ma non per questo semplice, come racconta Stefano Gabbana:
La nostra prima sfilata è nell’84. Grande successo di stampa, tutti ci vogliono. Dovevamo ricominciare da zero. Solo che non trovavamo nessuno che ci producesse la collezione. Bussiamo a tutte le porte, niente. Il pensiero era: nati e finiti in una notte. Suo padre dice: “Niente avevamo, niente abbiamo e niente avremo”, e ci dà i soldi.
Con l'aiuto della famiglia di Domenico, quindi, ripartono, con una nuova sfilata nel 1985. "Chiedemmo alle nostre amiche di sfilare" racconta Dolce, "tutte le taglie e tutte le età" aggiunge Gabbana, che è stata poi la linea fin da sempre portata avanti dalla maison, dove "La misura perfetta non esiste".
Il privato condiviso anche in famiglia
Un exploit nella moda che ha seguito anche quello nella vita privata. Entrambi, ormai da anni icone per le battaglie LGBTQ+, hanno dovuto sdoganare già diversi anni fa un tabù di cui non era semplice parlare, soprattutto con le proprie famiglie. Domenico Dolce, infatti, ricorda il momento in cui confessò alla madre di essere omosessuale:
Sebbene lo sospettassi già dall’infanzia, capisco di essere omosessuale a ventun anni, a Milano. Allora vado da mia madre e dico: “credo di essere gay”. ”Hai provato un uomo?” mi disse. Sempre stata una donna concreta lei. Fino a quel momento non avevo dato neanche un bacio, dopo la confessione a mia madre bacio, mi libero, e incontro Stefano.
L'incontro con Stefano Gabbana fu, quindi, decisivo anche per il sodalizio lavorativo nato in quegli anni e per questa ragione non potevano non esserci le presentazioni ufficiali con la famiglia Dolce: "Ricordo tutto di quella prima volta a Polizzi Generosa, ogni dettaglio: il grande portone di legno. La porta della sartoria. Domenico che suona il campanello, uno di quei vecchi campanelli bianchi. L’attesa, la porta che si apre e compare il padre. Un uomo non altissimo con gli occhi blu. Dormiamo in camere separate. In quella casa abbiamo sempre dormito divisi".