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Dramma per Beatrice Fazi di ‘Un medico in famiglia’, ha perso un figlio: “Dolore cocente”

L’attrice, già mamma di quattro figli, era incinta ma ha perso il bambino che aspettava. Un dolore immenso che racconta dalla sua pagina Facebook: “Perdere un figlio è un’ingiustizia a cui non riuscirò mai ad abituarmi”.
A cura di Valeria Morini
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Il pubblico di Raiuno la conosce per il ruolo di Carmela ‘Melina' Catapano, interpretato nella fortunata fiction Un medico in famiglia. È un dramma doloroso quello che ha colpito Beatrice Fazi, che ha perso il bambino che aspettava. Un aborto spontaneo che è stato un vero trauma e che l'attrice salernitana 44enne racconta con un lungo, commovente, post lasciato sulla sua pagina Facebook.

Ho sperato fino alla fine che stavolta le cose andassero diversamente. Ma devo rassegnarmi e lasciarti andare. Perdere un figlio è un'ingiustizia a cui non riuscirò mai ad abituarmi.
Anche se è così poco che sei dentro di me, il dolore è cocente. Non riesce a passare. Anche se ne ho altri quattro, di figli. Anche se aver saputo che c'eri è stata una sorpresa inaspettata.
Quanta gioia possono dare i valori positivi delle beta nel sangue! Maledette beta che poi decidono di rallentare la corsa. Fino a fermarsi. Fino a fermare il battito del tuo debole cuore.
Ti ho visto, amore mio. Piccolo e rannicchiato nella tua stanza buia. Sembravi spaventato quanto me mentre l'ecografo esplorava il tuo piccolo mondo, la tua piccola casa che non ha saputo proteggerti. Il mio grembo.

"E se fosse colpa mia? Mi resta solo la gioia di amarti"

La Fazi, nel cast di ‘Un medico in famiglia' fino al 2013, è sposata con Pierpaolo Platania da cui ha già avuto quattro bambini: Maria Lucia (nata nel 2002), Fabio (2003), Giovanni (2008) e Maddalena (2015). Nel suo lungo sfogo si pone dubbi e sensi di colpa, affermando però di trovare un po' di consolazione nella fede religiosa.

Quante domande mi assalgono. Stavolta come ogni volta. E se fosse stata colpa mia? Se tutta la fatica, lo stress di questi giorni fossero stati fatali? Il ginecologo dell'ospedale qui al mare mi ha detto di non torturarmi. Doveva andare così. Mille volte, facendo catechesi, ho ripetuto agli altri che nel dolore non ci si deve chiedere perché. Perché a me? Perché di nuovo a me? Ora mi tocca. Mi tocca starci dentro fino in fondo a questo dolore, senza capire, senza capirlo, senza riuscire a non pensare a quanto sarebbe stato bello vederti nascere in primavera, vederti crescere giocando con Maddalena, coccolati dai fratelli più grandi. Figlio mio. Mio adorato amore. Senza pudore affido a questo spazio lo sfogo della mia pena. Non so perché. Non sto cercando conforto. Dio non ha tardato a darmi consolazione. Di questi tempi pare che sia più vero ciò che si scrive qui ed io davvero devo lasciarti andare. Devo convincermi che è finita. Devo augurarmi che tu riesca a uscire da solo, senza interventi che ti strappino via da me. Fatti strada, ti prego, dolcemente. L'anima tua riposa in pace, lo so, angelo mio. Lascia che anch'io riposi da quest'angoscia. Mi resta come consolazione poterti amare come una mamma ama suo figlio. Nessuno mi potrà togliere questa gioia, la gioia di amarti.
A Dio, piccolo mio.
Mamma

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