20 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

È finita tra Federica Vincenti e Michele Placido: “La differenza d’età si è fatta voragine”

Si scrolla di dosso l’etichetta, fin troppo ingombrante, di “moglie di” e rinasce con il nome di Luna, cantante e musicista. È Federica Vincenti, compagna di vita di Michele Placido dal quale la dividono quasi 40 anni. E quella differenza d’età, alla fine, le ha presentato il conto.
A cura di Stefania Rocco
20 CONDIVISIONI
Immagine

I pettegolezzi bisbigliati, la vaga inconsistenza del pregiudizio, l’impegno doppio, anche triplo, per poter dimostrare di valere da soli: a tutto questo Federica Vincenti è abituata. Attrice e produttrice 34enne, è da 17 anni la fidanzata, e poi moglie, di Michele Placido, la madre del suo ultimo figlio. Guardare in basso da un trespolo comodo, però, non è mai stata l’ambizione della sua vita e oggi Federica riparte da sé stessa, assemblando il suo io in una forma diversa rispetto a prima. Cosa cambia? Prima di tutto il nome: oggi è Luna, cantante e musicista che ha smesso di correre al doppio della velocità di quanti le stanno intorno. E lo stato civile: anche quello potrebbe è certamente da rivedere.

Gli esordi di chi ha morso la vita a 20 anni

Intervistata da Vanity Fair, Federica racconta la vita vissuta negli ultimi 20 anni quando ha dovuto “smettere i jeans per indossare un tailleur”. Messi al bando il preconcetto, le estenuanti riunioni di lavoro, i progetti da rincorrere e realizzare uno dietro l’altro, resta una donna che intende ripartire dalle sue passioni. È stato il suo corpo a indicarle la strada, e quel percorso già tracciato oggi intende seguirlo:

Non è storia di oggi o di ieri. Da qualche tempo il mio corpo mi stava parlando, ma io non ero capace di ascoltarlo. Avevo spesso mal di stomaco. Ero sempre contratta, nervosa, in ansia. Mi muovevo a scatti, passavo da una tournée all’altra, finivo di prendere i diritti di un libro per un adattamento cinematografico o teatrale che già stavo trattando per qualcos’altro. Altri giorni iniziavano e finivano chiusa in ufficio: andavo avanti, a macinare carte e progetti, passavo vicino al mio pianoforte chiuso, con le ragnatele. Lo guardavo, proseguivo oltre. Troppo impegnata a smarcarmi. Mi ha aiutato la psicobiorisonanza: insegna a fermarsi, a tirar fuori la propria voce a dispetto di quelle intorno, a far viaggiare insieme testa e sentire, e così ad assecondarsi. Anche se significa passare dal non riconoscersi più. Dal dolore. Per potersi riconoscere davvero.

La rinascita della Valenti, oggi è Luna

Federica oggi è Luna, cantante del singolo Mille anni luce. Proprio quel brano fornisce una prova tangibile delle qualità di una donna dai mille talenti che ha saputo reinventarsi ancora. “Oggi il mio primo pensiero è il pianoforte come fosse un uomo che hai tenuto lontano, con cui non hai mai concretizzato, ma che nella privazione ti è risuonato dentro sempre e con cui ora vuoi invecchiare”: musica e parole, dunque, i concetti dai quali la Vincenti è ripartita, con il coraggio di chi sa di doverci mettere la faccia, ancor più che in passato:

Ho deciso di mettere da parte le mie paure su quello che gli altri dicono, tanto lo dicono comunque, e di badare al mio bisogno, punto: m’iscriverò al conservatorio, crederò all’arte che può farsi sacra, come una religione. D’altronde, già a 20 anni avevo una famiglia, le voci, una responsabilità imperante tra ministeri, finanziamenti, film. Sono sempre stata affamata di troppe cose: non riuscivo mai a concentrarmi su una sola. Sono cresciuta molto in fretta, da leonessa. E ora riparto da meno di niente. Godendone.

Il rapporto con Michele Placido

L’amore con Placido, suo compagno di vita, ne ha inevitabilmente risentito. “Così e così. Non la vede molto di buon occhio. Ma è naturale vada così: l’amore cambia” spiega quando le chiedono come veda questa decisa inversione di rotta quel mostro sacro del cinema che è suo marito. A scanso di equivoci, la Vincenti dà voce a qualcosa di più profondo del mero racconto di una separazione. Ad allontanarli, cosa che è avvenuta, non c’è dubbio, non è stata l’improvvisa divergenza nei desideri, ma l’enorme divario che si aperto tra loro: una donna di 34 anni e un uomo di 71.

Quando è agli inizi non ci pensi: che un giorno quella differenza d’età vi dividerà per forza di cose, che tra voi ci sarà la vecchiaia, e che sarà abissale. Si è allargata, piano piano. Fino a farsi voragine, non a distruggerci, ma a governare lei. Cambia il corpo, cambiano i muscoli, le forze. Cambia la testa, può togliere i pensieri e il ricordo a un uomo che ha fatto la cultura nel mondo al pari di mostri d’intelletto come Monicelli, Albertazzi. Cambiano i desideri. Le voglie non sono più comuni. È raro che usciamo, ma l’altra sera per esempio eravamo a un concerto di Ermal Meta. Ballavo. Mi ha guardato: “Fede, ma che stai a fà? Che te balli?

Proprio questa inevitabile trasformazione ha finito per dettare legge nella loro storia. “Non è colpa di nessuno: a 70 anni l’uomo della mia vita e padre di mio figlio resta l’uomo della mia vita e il padre di mio figlio anche nell’allontanarci, anche a stagione dell’amore finita, perché comunque resta che io ci sarò sempre per lui e lui ci sarà sempre per me, e questo ci fortifica” aggiunge ancora, per poi concludere:

È il primo a volere che riprenda in mano la mia vita di donna e di artista. Continueremo a lavorare insieme. A cenare insieme tutte le sere, con lui che cucina la peperonata e io la parmigiana di melanzane. A educare nostro figlio,

20 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views