Elena Santarelli spiega: “I ricavati serviranno per la ricerca neuro oncologica pediatrica”
Difficile non conoscere la storia di Elena Santarelli, una storia di sofferenza e dolore che ha colpito la sua famiglia e che la showgirl ha deciso di raccontare in un libro dal titolo "Una mamma lo sa". Il suo è un racconto sentito della battaglia di suo figlio Giacomo contro il tumore.
Il racconto della battaglia di suo figlio Giacomo
In una lunga intervista rilasciata al settimanale Chi, dopo essere stata ospite a Domenica In, Elena Santarelli racconta i motivi per cui ha deciso di voler parlare nel dettaglio di questi anni che l'hanno vista combattere, accanto a suo figlio, durante i quali è entrata a contatto di un mondo di cui non aveva la minima contezza, un mondo nel quale anche i bambini, solitamente emblema della spensieratezza vengono inglobati dalla sofferenza e dalla complessità della malattia. "Giacomo ha avuto un tumore. Come il suo ci sono 400 casi l'anno in Italia. Io non mi sono palesata oggi dopo che la tempesta è finita, ma ho vissuto dentro quella maledetta tempesta. Potevo starmene a casa e tacere, ma ho scelto di esserci, di mettermi a disposizione, di parlare", da questo assunto la showgirl spiega la genesi del suo libro.
I ricavati andranno alla Onlus
L'obiettivo di "Una mamma lo sa" è quello di utilizzare il ricavato per supportare la Heal, la Onlus che si occupa di finanziare la ricerca della neuro oncologia pediatrica, comprando i macchinari necessari alle cure di cui non molte strutture sono fornite. La Santarelli racconta al settimanale di aver avuto molteplici dubbi sull'idea di scrivere questo libro, ma sembra sia stato proprio suo figlio a darle il coraggio di scrivere tutta la sua storia:
Tutti i miei proventi andranno alla Onlus. Avevo mille dubbi sullo scrivere o meno questo libro. Ma quando ho spiegato a Giacomo che il ricavato sarebbe andato a scopo benefico mi ha detto: ‘Fallo mamma. Tu fai sempre le cose per bene. Però lo voglio leggere'. Oggi Giacomo va a scuola, gioca a paddle, mi fa arrabbiare quanto basta quando non studia, è curioso e fa mille domande e credo che nella sua testa ci sia la maturità di un bambino… di trent'anni. Io non voglio dimenticare nulla di quello che è successo, ma ora bisogna ripartire.