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Emanuele Filiberto: “La psicoterapia mi aiuta, dopo il tumore faccio continui controlli”

Intervistato da Libero, Emanuele Filiberto ha parlato delle sue condizioni di salute dopo il tumore che lo ha colpito qualche anno fa. Nel corso della chiacchierata ha anche chiarito di non avere intenzione di tornare in tv: “È solo fumo”.
A cura di Daniela Seclì
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Emanuele Filiberto ha raccontato il suo privato in una lunga intervista rilasciata a Libero. Lo ha fatto partendo dalla sua complicata infanzia:

"Ero un bambino molto chiuso, ho fatto anni di psicoterapia che mi ha aiutato e continua ad aiutarmi molto. Non ho avuto l’infanzia dei miei amici, loro potevano andare a scuola in bicicletta, mentre io venivo accompagnato con una macchina blindata".

È tornato, poi, a parlare del tumore che ha scoperto di avere alcuni anni fa:

"Avevo perso la voce. Mia moglie mi ha spinto a fare una una visita medica e ho scoperto di avere un tumore al setto nasale. Operato una volta, si è poi riformato, ho subito un nuovo intervento e ora sono costretto a continui controlli, ma sto bene. La prevenzione è fondamentale. Sono fortunato ho due bambine sane, non tutti hanno la mia stessa sorte".

"Amo prendermi cura di mia moglie e delle mie figlie"

Per Emanuele Filiberto resta prioritario prendersi cura della sua famiglia: "Abbiamo solo una donna che ci aiuta 4 ore al giorno. Io porto le bambine a scuola e le aiuto a fare i compiti, cucino, amo molto prendermi cura di loro. Io e mia moglie siamo una coppia moderna, pensi che lei contribuisce anche alle spese di casa".

"Sono scappato dalla televisione perché è solo fumo"

Infine, ha chiarito le motivazioni che lo hanno spinto a rinunciare alla carriera televisiva:

"Sentivo la necessità di farmi conoscere dagli italiani, è stata una sorta di promozione di me stesso, volevo mostrare ai miei concittadini come sono realmente. Ma ora basta. Ho lasciato il davanti del piccolo schermo per stare dietro al grande schermo. Sono scappato dalla televisione perché è solo fumo, anche se mi sono divertito molto. Ma a 43 anni sento che la vita è altro. L’ho capito un po’ tardi, forse. Ho creato da poco una società di produzione che sta lavorando su due grandi progetti: il prossimo film d’animazione di Sylvain Chomet e un documentario su Federico Fellini. Hanno accettato di parlare di lui i più grandi registi di oggi, Woody Allen, Martin Scorsese, Roman Polansky, Oliver Stone, Wes Anderson. E metterò il mio stemma personale sulle eccellenze italiane per salvare le piccole e medie imprese".

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