Emma Watson e il sessismo: “Mi hanno fotografato sotto la gonna e dato pacche sul sedere”
Emma Watson ha rilasciato una lunga intervista ad Esquire, nella quale ha parlato della campagna HeForShe, che sostiene la parità di genere. In particolar modo, ha spiegato come nel mondo del cinema, ci sia una rigida distinzione tra le possibilità di carriera di una donna e quelle di un uomo. Distinzione che si riscontra anche nel diverso compenso ricevuto da un attore rispetto ad un'attrice.
"Alle donne non è concesso parlare di soldi, perché le persone potrebbero pensare che siamo "difficili" o "dive". Oggi si sta sviluppando il coraggio di dire: "Bene, chiamami diva, femminista, difficile, chiamami come ti pare, ma ciò non mi impedirà di provare a fare la cosa giusta". Perché è qualcosa che non riguarda solo me, ma anche tutte le altre donne".
Ha spiegato, poi, che spesso il termine "femminismo" viene frainteso: "Alcuni sono convinti che il femminismo abbia a che fare con le donne che competono con gli uomini, che sono contro gli uomini o vogliono essere uomini. Questo è un enorme pregiudizio. Le donne vogliono essere donne. Vogliamo solo essere trattate alla pari. Non c'entra niente con l'odio per gli uomini". Emma Watson ha conosciuto la fama quando era solo una bambina. Anche lei ha vissuto in prima persona degli atteggiamenti sessisti:
"Mi hanno dato delle pacche sul sedere mentre lasciavo la stanza. Ci sono state persone che mi hanno seguita e mi hanno terrorizzata mentre tornavo a casa. Non parlo molto di queste esperienze, perché non vorrei si parlasse solo di me. La maggior parte delle donne che conosco ha avuto esperienze simili o peggiori. Non è accettabile che una donna debba avere paura".
"A 18 anni i paparazzi mi fotografarono sotto la gonna"
Intervistata da Forest Whitaker, Emma Watson ha ricordato un altro episodio spiacevole: “Ricordo che il giorno del mio diciottesimo compleanno, uscendo dalla festa, i fotografi si sdraiarono a terra per scattarmi alcune foto sotto la gonna. Le immagini sono state pubblicate sui tabloid inglesi la mattina successiva. Se fossero state diffuse appena 24 ore prima sarebbero state illegali, perché ero ancora minorenne. […] Ovviamente Dan (Radcliffe) e Rupert (Grint), i miei co-protagonisti, non indossavano gonne, ma penso che questo sia solo un esempio di come il “passaggio all’età adulta” sia trattato diversamente dalla stampa per gli uomini e per le donne”.